venerdì 13 settembre 2013
Documento Comitati Se Non Ora Quando sul Decreto Legge per il contrasto alla Violenza sulle Donne
PIEMONTE
SNOQ TORINO
SNOQ CUNEO
SNOQ BIELLA
LIGURIA
SNOQ LA SPEZIA
SNOQ TIGULLIO
LOMBARDIA
SNOQ LOMBARDIA
RETE DONNE SNOQ CREMONA
SNOQ LODI
SNOQ PIOLTELLO
SNOQ MANTOVA
SNOQ CESANO MADERNO (MONZA-BRIANZA)
TRENTINO ALTO ADIGE
SNOQ TRENTINO
SNOQ BOLZANO AA EIZ
VENETO
SNOQ VENEZIA
SNOQ PADOVA
SNOQ CITTADELLA
SNOQ SAN DONA' DI PIAVE
COMITATO DONNEMOGLIANO DI MOGLIANO VENETO
FRIULI VENEZIA GIULIA
SNOQ PORDENONE
SNOQ UDINE
TOSCANA
SNOQ FIRENZE
SNOQ LIVORNO
SNOQ MASSA
SNOQ PISA
SNOQ SIENA
MARCHE
SNOQ ANCONA 13 FEBBRAIO
SNOQ OSIMO
SNOQ SAN BENEDETTO DEL TRONTO
ABRUZZO
SNOQ TERAMO
SNOQ CHIETI
LAZIO
SNOQ ROMA
SNOQ CERVETERI
CAMPANIA
SNOQ NAPOLI
SNOQ SALERNO
SNOQ VALLO DI DIANO
SNOQ SAPRI
SNOQ CAVA DE' TIRRENI
PUGLIA
SNOQ PULSANO
CALABRIA
SNOQ REGGIO CALABRIA
SARDEGNA
SNOQ CAGLIARI
TEMATICI
SNOQ FACTORY
SNOQ SANITA’
GRUPPO DONNE E INFORMAZIONE
mercoledì 27 giugno 2012
“La Pubblicità e il Corpo-oggetto : un altro modo esiste”
Per noi Snoq Napoli è importante riconfermare che la novità e l’incisività
dell’impegno politico di SNOQ è nella tensione verso una trasformazione culturale che
segni profondamente il cambiamento dei modelli nei rapporti relazionali, nel
lavoro, nell’economia, nella rappresentanza puntando a una diversa qualità
della vita del nostro Paese.
Il 13 Febbraio siamo scese in migliaia in piazza
anche per mostrare la vera immagine delle donne italiane,
donne responsabili, solari, orgogliose, creative, di lunga storia ed
esperienza, competenti, infaticabili, amanti della bellezza, dell’impegno, dei
valori della costituzione e della democrazia; donne reali, lì per denunciare anche che la televisione, la
pubblicità, i media non davano assolutamente più da tempo una rappresentazione
reale, autentica di noi tutte.
Sotto accusa, ancora oggi, da una parte le strategie economiche di una politica neoliberista le cui ricette rigettano le
donne nel precariato, sospingendole nella spirale assistenziale familiare ed
escludendole da un possibile ruolo sociale; dall’altra l’arroganza di
un potere politico culturale
dominante, fondato sui valori del denaro, del consumo, del mercato, che usa i
media per condizionare bisogni e desideri, per
imporre stereotipi sessisti
che rappresentano la donna vittima, talvolta consenziente, di un uomo, eterno cacciatore, padrone di oggetti e
persone.
I recentissimi dati ISTAT sulla crescente e grave
emarginazione sociale, quelli sulla violenza sessuale, stigmatizzati
finanche da Amnesty International e dalla commissione ONU (rapporto CEDAW)
infatti, sono la testimonianza di una
società che stenta a compiere il suo
processo civile di convivenza rispettosa delle diversità.
Oggi il CP di Se Non
Ora Quando chiede al presidente della Rai “ il 50% di donne nel Consiglio di
amministrazione e una nuova missione culturale della Rai nel loro segno e per
cambiare, con tutta la ricchezza dei linguaggi che il mezzo offre, simboli e
narrazione del paese”. Se Non Ora Quando? per la RAI
Ieri mattina 25 giugno, una delegazione di Snoq Napoli ha discusso con l’Assessorato alla Scuola e all’Istruzione del Comune la bozza per il nuovo progetto di educazione
alla cultura di genere per il prossimo anno scolastico nelle scuole di tutti
i gradi, dando continuità al percorso iniziato
Il lavoro fatto
L’iniziativa politica di Snoq Napoli di portare un focus
su l’Immagine e la Rappresentazione della donna nasce giusto per opporre a questa
politica svalutante e discriminatoria del genere un modello culturale fondato sul riconoscimento
simbolico e reale del ruolo che alle donne spetta nella organizzazione e nella
gestione della società, nella sfera
pubblica ed in quella privata.
Il 31 maggio scorso, con la premiazione dei manifesti
più originali e coerenti con il compito assegnato, si è infatti conclusa la prima fase della
campagna contro la pubblicità lesiva della dignità della donna e
della persona lanciata da SNOQNapoli attraverso il concorso “La Pubblicità e il Corpo-oggetto : un altro modo
esiste”, rivolto agli studenti napoletani di ogni ordine e grado (dalle
elementari all’Università) con il patrocinio del Comune di Napoli.
L’invito a smontare il modello proposto dalle pubblicità stradali e televisive ha raccolto l’adesione entusiastica e fortemente partecipata di più di 200 studenti e studentesse e dei loro insegnanti.
Bravi le ragazze ed i ragazzi che si sono cimentate/i,
brave le docenti che hanno raccolto e valorizzato l’iniziativa, buona l’idea che rilanciamo a tutti i
Comitati Territoriali SNOQ, per un’iniziativa di rete.
Abbiamo portato nelle scuole una proposta di
sensibilizzazione, di denuncia, di contrasto sulla rappresentazione scorretta, irrispettosa,
frustrante del Corpo-Oggetto, in particolare di quello femminile, in ambito mediatico e nel discorso
pubblico, espressione latente e non, di una aggressività e violenza maschile sempre
più diffuse nel paese. La pubblicità
sessista è per noi una delle radici della violenza sulle donne.
Nelle scuole sono stati strutturati dei laboratori
di osservazione di immagini che ricorrono nelle pubblicità
stradali di uomo, di donna, di bambini, ridotti a corpo/oggetto; di decodifica degli stereotipi e dei messaggi subliminali; di
riflessione sui valori e sui modelli dominanti, sui miti del nostro tempo; di produzione
rappresentativa di un modo diverso di
fare pubblicità.
Voci e sguardi differenti per età e formazione culturale, pur nella loro
specificità espressiva ci hanno
restituito una omogenea critica su
costumi e comportamenti della società.
La tempesta di immagini stereotipate di corpi di donne ipertrofici e seduttivi, di uomini palestrati, di bambine
ammiccanti “adultizzate”, di bambini omologati, privi di identità, inespressivi, esposti
per pubblicizzare una merce, trasformati
essi stessi in merce o in oggetti
disponibili di attrazione sessuale è lo
specchio di una società nella quale i giovani non si riconoscono.
Senza ipocriti
moralismi alcune ragazze hanno manifestato il gusto dell’esibizione del corpo, la
voglia di essere apprezzate, il desiderio
di un intervento estetico anche chirurgico per ritrovare una identità in
cui riconoscersi, l’ambizione di sfondare nel mondo dello spettacolo. Tutto ciò
non autorizza,tuttavia, a ritenere consequenziale la mercificazione del corpo,
la sottomissione al potente di turno, la rinuncia al proprio cervello, la
propria riduzione a bambola “Barbie”, l’erotizzazione della “baby model”.
Alla domanda se è possibile liberare l’immaginario dagli
stereotipi, dal sesso volgare, dalla trasgressione violenta, dal cattivo gusto,
con una pubblicità “altra”, si è risposto dalle scuole con una generosissima produzione di messaggi ed
immagini a sfondo ambientalista, pacifista, salutista, ludico, solidale, con
la rappresentazione di volti autentici,
di corpi naturali, con gusto
estetico e rispetto della persona, per
pubblicizzare un profumo per uomo, uno smalto per donna, un jeans per bambini.
E’ possibile dunque rompere gli schemi: è questa la
lezione di ottimismo che è stata raccolta dalle relatrici SNOQ nell’introdurre
il dibattito pomeridiano, tra intellettuali, rappresentanti istituzionali,
operatrici culturali e scolastiche, studiose del linguaggio di genere, di movimenti
femminili e femministi, invitate a proseguire il percorso avviato, dalla
contestazione dell’immagine offensiva, all’
affermazione di una nuova cittadinanza di
genere nel consesso della Polis.
Sono state condivise le riflessioni su alcun problematiche
ineludibili quali:
a) la responsabilità collettiva nella
perdita di valori, di sentimenti, di passioni, quando si sono assunte come
universali le distorsioni maschiliste
nell’interpretazione dell’amore come
violenza, della libertà come possesso, del desiderio come bisogno di consumo,
dell’economia come spreco, del piacere come fobia sessuale, dell’essere come
apparenza, del corpo come oggetto;
b)
la
riproposizione di nuovi stereotipi di genere all’interno di un “sessismo
democratico” per cui se è vero che in
uno stato di “diritto” è “politicamente
corretto” concedere leggi di parità alle donne, è altrettanto vero
che puntualmente le stesse siano state
limitate o cancellate da un potere maschile
non disposto a rinunciare ai privilegi e ai principi di dominio e di
sopraffazione sulla donna, storicamente acquisiti e riproposti da una
cultura neopatriarcale;
c)
l’acutizzarsi
della violenza maschile contro il
processo di liberalizzazione dei
rapporti praticato dalle donne. La libera scelta della donna nella gestione del
suo corpo e dei suoi sentimenti, la sua
eventuale sottrazione al rapporto
possessivo non è tollerata dal partner. Abituato
ad imporre le regole del gioco egli vive
come diminuzione e come sconfitta un gesto di rifiuto che lo induce ad atti
degenerativi di violenza, persecuzione, stalking, femminicidio, che spesso la società tende a
comprendere o giustificare.
E’ evidente il contrasto stridente tra questa resistenza maschile al cambiamento e la
rapida trasformazione della coscienza delle donne che rifiutando ogni forma di subordinazione
e di alienazione, non mirano certo a
contrapporsi al potere maschile, ma piuttosto ad affermare un diritto ed un
desiderio di costruire una società di
pacifica convivenza e libera realizzazione delle persone:si tratta di operare
un nuovo approccio culturale-relazionale,
La scommessa di una “rivoluzione
culturale”si gioca su due piani:
quello istituzionale, attraverso la denuncia della
violenza fisica e psicologica, la punizione rigorosa nei confronti degli aggressori, l’assistenza
alle vittime di violenza con supporti adeguati (centri antiviolenza, centri
accoglienza); un adeguato lavoro e sostegno per gli uomini maltrattanti
quello della formazione ed educazione ai
sentimenti, all’erotismo, ai linguaggi di genere che coinvolge in prima istanza
la cultura scolastica, i media, i costumi e comportamenti collettivi.
Il lavoro che
intendiamo fare
In tale direzione stiamo costruendo una rete di rapporti sociali
per una ampia articolazione di interventi
che deve vedere protagonisti attivi, insieme al movimento Snoq e alle
istituzioni municipali che stiamo coinvolgendo, genitori e studenti,
giornalisti, pubblicitari, editori, artisti ed esperti multimediali, nell’obbiettivo di
una azione di sensibilizzazione e di educazione al rispetto dei generi. Ipotizziamo
quindi l’attivazione di un laboratorio
sperimentale che offra strumenti di
comprensione, di prevenzione e di
contrasto tra i quali :
1.
cogliere
ed eliminare il sessismo dal materiale educativo;
2.
promuovere
interventi di sensibilizzazione con genitori e case editrici;
3.
insegnare
diritti e obblighi uguali tra maschi e femmine in famiglia, a scuola, nella
società;
4.
fare
attenzione ai giochi sin dalle scuole d’infanzia e al linguaggio nei libri di
testo;
5.
sensibilizzare
alle problematiche relazionali, al distinguo tra gioco e violenza;
6.
rilanciare
un’educazione ai sentimenti, alla formazione del pensiero libero, al piacere
del sesso nel rispetto del corpo e delle diversità.
7.
formare
un’educazione alla cittadinanza con un esercizio quotidiano di attiva e
consapevole partecipazione alla vita
della Polis.
Snoq Napoli
lunedì 11 giugno 2012
L’OBIEZIONE ALL’ABORTO È L’OBIEZIONE ALL’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE
Il movimento Se Non Ora
Quando? pone tra i punti fondamentali della sua azione politica nazionale la
maternità libera, il rispetto cioè delle scelte della donna sia quando affronta
l’esperienza della maternità, scelta libera nella sua autodeterminazione,
possibile nella sua sostenibilità e responsabile nel suo valore etico, sia
quando è dolorosamente costretta all’interruzione della gravidanza.
In ambedue i casi è la
certezza dei diritti che rende attiva la cittadinanza, rompe la solitudine e
l’isolamento della donna, e la pone al centro di una responsabilità civile,
condivisa e solidale.
Il diritto all’aborto
votato dal referendum del ‘78, e sancito dalla legge 194, oggi viene
sostanzialmente negato dalla iniqua ripartizione di medici obiettori/non
obiettori, da servizi insufficienti e inadeguati, dalla mancanza delle
informazioni necessarie all’accesso, senza i quali il diritto alla maternità
desiderata viene compromesso e la possibilità dell’autodeterminazione della
donna non si concretizza.
I diritti alla contraccezione ordinaria, alla contraccezione di
emergenza (la pillola dei 5 giorni dopo), all’aborto con la pillola
Rsu486, all’aborto terapeutico, in Italia non vengono garantiti come
nel resto d’Europa, anche a causa dell’obiezione di coscienza (clausola
9 inserita nella 194) sempre più estesa in un contesto di
disinvestimento nel servizio sanitario pubblico, sia nelle strutture
che nelle risorse umane.
Eppure l’adempimento al dettato della L. 194 è un obbligo la cui violazione è sanzionabile sotto il profilo civile e penale; non è in gioco il solo diritto all’interruzione di gravidanza, ma il diritto fondamentale alla salute della persona.
Seppure rispettiamo il principio del diritto all’obiezione di coscienza, oggi assistiamo ad un aumento degli obiettori non più compatibile con l’applicazione della L.194. ( La relazione ministeriale 2010 sull’applicazione della legge riporta percentuali di obiezione fino al 90% )
Inoltre riteniamo che all’aumento del numero degli obiettori corrisponda un ritorno dell’aborto nel privato. Chiediamo :
1) di potenziare i consultori territoriali per favorire azioni di prevenzione e di cura
2) di garantire l’applicazione della legge 194 attraverso:
- la certezza dell’accesso alla prestazione
- l’efficienza delle prestazioni erogate
- le azioni a sostegno della salute psicologica della donna
- la diffusione delle informazioni per l’orientamento ai servizi
3) di creare un Albo regionale dei medici e degli infermieri obiettori con obbligo di pubblicità nelle strutture pubbliche, accreditate e private
4) l’obbligo per legge della presenza di un servizio pubblico specifico
5) di organizzare concorsi riservati a medici non obiettori (proposta di legge del giurista De Filippis ** )
6) campagne informative e progetti educativi di educazione sessuale.
SNOQ Napoli propone che agli obiettori di coscienza, così come in campo militare, venga richiesto un impegno civile nel campo della prevenzione rivolto alla sensibilizzazione e alla formazione delle Donne e degli Uomini ad una vita sentimentale - sessuale e genitoriale consapevole e responsabile
Contemporaneamente che sia assicurato il diritto alla maternità desiderata per TUTTE le donne a carico della fiscalità generale.
Comitato Se Non Ora Quando Napoli
Il buon medico non obietta
Eppure l’adempimento al dettato della L. 194 è un obbligo la cui violazione è sanzionabile sotto il profilo civile e penale; non è in gioco il solo diritto all’interruzione di gravidanza, ma il diritto fondamentale alla salute della persona.
Seppure rispettiamo il principio del diritto all’obiezione di coscienza, oggi assistiamo ad un aumento degli obiettori non più compatibile con l’applicazione della L.194. ( La relazione ministeriale 2010 sull’applicazione della legge riporta percentuali di obiezione fino al 90% )
Inoltre riteniamo che all’aumento del numero degli obiettori corrisponda un ritorno dell’aborto nel privato. Chiediamo :
1) di potenziare i consultori territoriali per favorire azioni di prevenzione e di cura
2) di garantire l’applicazione della legge 194 attraverso:
- la certezza dell’accesso alla prestazione
- l’efficienza delle prestazioni erogate
- le azioni a sostegno della salute psicologica della donna
- la diffusione delle informazioni per l’orientamento ai servizi
3) di creare un Albo regionale dei medici e degli infermieri obiettori con obbligo di pubblicità nelle strutture pubbliche, accreditate e private
4) l’obbligo per legge della presenza di un servizio pubblico specifico
5) di organizzare concorsi riservati a medici non obiettori (proposta di legge del giurista De Filippis ** )
6) campagne informative e progetti educativi di educazione sessuale.
SNOQ Napoli propone che agli obiettori di coscienza, così come in campo militare, venga richiesto un impegno civile nel campo della prevenzione rivolto alla sensibilizzazione e alla formazione delle Donne e degli Uomini ad una vita sentimentale - sessuale e genitoriale consapevole e responsabile
Contemporaneamente che sia assicurato il diritto alla maternità desiderata per TUTTE le donne a carico della fiscalità generale.
Comitato Se Non Ora Quando Napoli
Il buon medico non obietta
* Secondo il Ministero della Salute sono obiettori sette medici su
dieci (per inciso, i cattolici praticanti in Italia, secondo i dati
Eurispes 2006, sono il 36,8%): in pratica, si è passati dal 58,7 per
cento del 2005 al 70,7 per cento del 2009 per quanto riguarda i
ginecologi, per gli anestesisti dal 45,7 per cento al 51,7 per cento e
per il personale non medico dal 38,6 per cento al 44,4 per cento.
Secondo la Laiga, l’associazione che riunisce i ginecologi a difesa
della 194, i “no” dei medici arriverebbero quasi al 90% del totale,
specie se ci si riferisce agli aborti dopo la dodicesima settimana. Nei
sette ospedali romani che eseguono aborti terapeutici, i medici
disponibili sono due; tre (su 60) al Secondo Policlinico di Napoli. Al
Sud ci sono ospedali totalmente “obiettanti”. In altre zone la
percentuale di chi rifiuta di interrompere la gravidanza sfiora l’80 per
cento, come in Molise, Campania, Sicilia, Bolzano. Siamo sopra l’85% in
Basilicata. Da un’inchiesta dell’Espresso di fine 2011, risulta che i
1.655, non obiettori hanno effettuato nel solo 2009, con le loro scarse
forze, 118.579 interruzioni di gravidanza, con il risultato che più del
40% delle donne aspetta dalle due settimane a un mese per accedere
all’intervento, e non è raro che si torni all’estero, alla clinica
privata (o, per le immigrate soprattutto, alle mammane). Oppure, al
mercato nero delle pillole abortive.
** «L’obiezione di coscienza» ha spiegato De Filippis
«è un valore laico e costituzionale, non solo religioso. Per questo
vanno stabilite regole che non la banalizzino e allo stesso tempo
obbligano a che il servizio sia garantito». Tra le proposte inviate alle
Regioni anche quella di consentire alle strutture ospedaliere che
forniscono il servizio di Ivg «di avvalersi di medici gettonati per
sopperire alle carenze di medici non obiettori laddove non si riesca a
garantire un equilibrato bilanciamento fra i medici strutturati
obiettori e non obiettori».
#save194
Pubblichiamo questa pagina postata oggi da vari blog sulla difesa della 194
Sembra, ogni volta, di dover ricominciare da capo.
Facciamolo, allora, e partiamo da una domanda.
Questa: “tutte le donne italiane possono liberamente decidere di diventare madri?”. La risposta è no.
Non possono farlo, non liberamente, e non nelle condizioni ottimali, le
donne che ricorrono alla fecondazione artificiale, drammaticamente
limitata dalla legge 40.
Non possono farlo le donne che scelgono, o si trovano costrette a
scegliere, di non essere madri: nonostante questo diritto venga loro
garantito da una legge dello Stato, la 194.
Quella legge è, con crescente protervia, posta sotto accusa dai movimenti pro life, che hanno più volte preannunciato (anche durante l’ultima marcia per la vita), di volerla sottoporre (di nuovo) a referendum.
Quella legge è, con crescente protervia, posta sotto accusa dai movimenti pro life, che hanno più volte preannunciato (anche durante l’ultima marcia per la vita), di volerla sottoporre (di nuovo) a referendum.
L’articolo 4 di quella legge sarà all’esame della Corte Costituzionale – il prossimo 20 giugno
– che dovrà esaminarne la legittimità, in quanto violerebbe ” gli
articoli 2, (diritti inviolabili dell’uomo), 32 I Comma (tutela della
salute) e rappresenta una possibile lesione del diritto alla vita
dell’embrione, in quanto uomo in fieri”.
Inoltre, quella legge è svuotata dal suo interno da
anni. Secondo il Ministero della Salute sono obiettori sette medici su
dieci (per inciso, i cattolici praticanti in Italia, secondo i dati
Eurispes 2006, sono il 36,8%): in pratica, si è passati dal 58,7 per
cento del 2005 al 70,7 per cento del 2009 per quanto riguarda i
ginecologi, per gli anestesisti dal 45,7 per cento al 51,7 per cento e
per il personale non medico dal 38,6 per cento al 44,4 per cento.
Secondo la Laiga, l’associazione che riunisce i ginecologi a difesa
della 194, i “no” dei medici arriverebbero quasi al 90% del totale,
specie se ci si riferisce agli aborti dopo la dodicesima settimana. Nei
sette ospedali romani che eseguono aborti terapeutici, i medici
disponibili sono due; tre (su 60) al Secondo Policlinico di Napoli. Al
Sud ci sono ospedali totalmente “obiettanti”. In altre zone la
percentuale di chi rifiuta di interrompere la gravidanza sfiora l’80 per
cento, come in Molise, Campania, Sicilia, Bolzano. Siamo sopra l’85% in
Basilicata. Da un’inchiesta dell’Espresso di fine 2011, risulta che i
1.655, non obiettori hanno effettuato nel solo 2009, con le loro scarse
forze, 118.579 interruzioni di gravidanza, con il risultato che più del
40% delle donne aspetta dalle due settimane a un mese per accedere
all’intervento, e non è raro che si torni all’estero, alla clinica
privata (o, per le immigrate soprattutto, alle mammane). Oppure, al
mercato nero delle pillole abortive.
Dunque, è importante agire. Vediamo come.
Dunque, è importante agire. Vediamo come.
Intanto, queste sono alcune delle iniziative che sono state prese:
1) Lo scorso 8 giugno,l'AIED e l' associazione Luca Coscioni hanno inviato a tutti i Presidenti e assessori alla sanità delle Regioni un documento sulle soluzioni da adottare per garantire la piena efficienza del servizio pubblico di IVG come previsto dalla legge. “Siamo altresì pronti a monitorare con attenzione l’applicazione corretta della legge e, se necessario, a denunciare per interruzione di pubblico servizio chi non ottempera a quanto prevede la legge”, hanno detto.
Le proposte sono:
Creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza;
Elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza;
Concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG;
Utilizzo dei medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori;
Deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.
1) Lo scorso 8 giugno,l'AIED e l' associazione Luca Coscioni hanno inviato a tutti i Presidenti e assessori alla sanità delle Regioni un documento sulle soluzioni da adottare per garantire la piena efficienza del servizio pubblico di IVG come previsto dalla legge. “Siamo altresì pronti a monitorare con attenzione l’applicazione corretta della legge e, se necessario, a denunciare per interruzione di pubblico servizio chi non ottempera a quanto prevede la legge”, hanno detto.
Le proposte sono:
Creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza;
Elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza;
Concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG;
Utilizzo dei medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori;
Deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.
2) La scorsa settimana ha preso il via la campagna contro l’obiezione della Consulta di Bioetica Onlus: qui trovate le informazioni e qui il video.
Diffondere queste informazioni è un primo passo. Ce ne possono essere
altri. Fra quelli a cui, discutendo insieme, abbiamo pensato, ci sono:
1) Raccogliere testimonianze. Regione per regione, città per città, ospedale per ospedale, segnalateci gli ostacoli nell’accesso all’IVG e alla contraccezione d’emergenza. Potete farlo anche in forma anonima, nei commenti al blog. Ma è importante: perché solo creando una mappa dello svuotamento della legge è possibile informare su quanto sta avvenendo ed eventualmente pensare ad azioni anche legali.
2) Tenere alta l’attenzione in prossimità del 20 giugno. Lanciate su Twitter l’hashtag #save194, fin da ora.
L’intenzione di questo post è quella di informare. Non è che il primo passo: perché la libertà di scelta continui a essere tale, per tutte le donne italiane.
1) Raccogliere testimonianze. Regione per regione, città per città, ospedale per ospedale, segnalateci gli ostacoli nell’accesso all’IVG e alla contraccezione d’emergenza. Potete farlo anche in forma anonima, nei commenti al blog. Ma è importante: perché solo creando una mappa dello svuotamento della legge è possibile informare su quanto sta avvenendo ed eventualmente pensare ad azioni anche legali.
2) Tenere alta l’attenzione in prossimità del 20 giugno. Lanciate su Twitter l’hashtag #save194, fin da ora.
L’intenzione di questo post è quella di informare. Non è che il primo passo: perché la libertà di scelta continui a essere tale, per tutte le donne italiane.
postato in contemporanea da
domenica 27 maggio 2012
OLTRE L'IMMAGINE
il Comitato e la Rete SENONORAQUANDO
Napoli
organizzano
SGUARDI OLTRE L’IMMAGINE
PER UNA NUOVA CONVIVENZA NELLA POLIS
Giornata di chiusura del Concorso nelle scuole e Incontro/dibattito a più voci
GIOVEDI' 31 Maggio al Centro " La Città del
Sole" -
Forum delle Culture, Vico Maffei 18 (s.Gregorio
Armeno)
la mattina
dalle 9 e 30 ci sarà l'esposizione e la premiazione dei
manifesti vincenti alla
presenza dell'assessora Palmieri, in occasione della chiusura del
Concorso di Se Non Ora Quando
Hanno aderito al bando 20 Istituti
scolastici di tutti i gradi e sono state elaborate più di 50 opere.
Abbiamo raccolto tutti i lavori che sono stati prodotti dalle
allieve/i e il 31 mattina saranno tutti presentati in
una ESPOSIZIONE APERTA ALLA CITTA'. Per
ogni istituto una ragazza o un ragazzo esporrà le suggestioni, le
emozioni , le riflessioni che sono emerse durante il percorso
laboratoriale rendendoci partecipi della loro elaborazioni
Ai
docenti, la responsabilità del prosieguo della tematica
dell'educazione di genere che ci auguriamo sarà accompagnata dal
sostegno e dalla progettualità del Comune di Napoli
A metà mattinata avremo con noi il Maestro burattinaio Bruno Leone
di Vico Pazzariello che presenterà " Il Segreto di Pulcinella" 1
parte
nel pomeriggio
dalle 17,00 in poi ci sarà un incontro
/dibattito a più voci :
per
approfondire ulteriormente le motivazioni e le prospettive di
questo impegno di Se Non Ora Quando Napoli sui temi della violenza,
degli stereotipi femminili, dell'importanza dello sviluppo di una
cultura di genere, per restituire dignità allo sguardo e al ruolo
delle donne nel nostro paese anche attraverso il tema dell'Immagine
e Rappresentazione della donna nel più ampio tema dell'Educazione e
della Cultura di genere.
lunedì 21 maggio 2012
IL NOSTRO SALUTO A MELISSA: NOI NON ABBIAMO PAURA
L'attentato
vigliacco e sanguinoso di Brindisi, che ha causato la morte di
Melissa, una ragazza sorridente e piena di speranze, e il ferimento di
altre giovani donne, ci ha scosso e addolorato profondamente, ma ci ha
viste pronte a reagire, e chiediamo di farlo tutti insieme per difendere
e continuare a costruire un Paese democratico.
Per noi donne la violenza non è tema nuovo, ma tristemente antico.
E forse per questo ancora una volta, abbiamo fatto rete.
Siamo
scese in piazza in tutta Italia, a fianco della gente, delle ragazze e
dei ragazzi di scuole ed università, di un paese che non riesce a trovar
pace, ognuna come e dove poteva, ognuna partendo da sè.
Non molliamo, teniamo duro.
Se
anche è presto per comprendere le matrici di questo attentato è però
assolutamente tempo di fare muro, di essere compatti e di non lasciar
spazio.
Noi donne di Snoq idealmente abbracciamo Melissa, fiore
spezzato, le sue compagne, che ancora lottano per la vita e le loro
famiglie.
E assieme a loro Francesca Morvillo, alla quale è
intitolata la scuola teatro di questo ennesimo crimine orrendo; una
grande donna, un brava magistrata, rimasta a combattere sino all'ultimo.
Siamo accanto ai genitori, alle ragazze, ai docenti e tutto il
personale che stamattina ha deciso di andare a scuola, di rispondere con
la "normalità" all'orrore e al tentativo di instaurare un regime di
paura e immobilità.
Con Melissa, vittima inconsapevole, con
Francesca e con tutte le donne che sono cadute per il rispetto, la
dignità, l'onestà ed un mondo più giusto.
NON CI FANNO PAURA: LE DONNE CONTINUERANNO A LOTTARE.
SNOQ CITTA’ – RETE DEI COMITATI TERRITORIALI SE NON ORA QUANDO
LE DONNE DI NUOVO IN CAMPO: LA 194 NON SI TOCCA
i Comitati territoriali "se non ora, quando?" rispondono con
fermezza alla manifestazione romana del movimento per la vita del 13
maggio 2012, la 194 non si tocca, anzi va applicata!
Sono scesi in piazza contro le donne, dichiarandosi paladini della vita.
Il 13 maggio a Roma sono scesi in piazza contro la 194: la legge dal
titolo "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione
volontaria della gravidanza" che era nata per debellare la piaga
dell'aborto clandestino, e grazie alla quale gli aborti sono diminuiti
del 60%.
Si chiamano movimento per la vita, si appellano alla difesa della
vita, ma fingono di non sapere il prezzo pagato dalle donne negli anni
precedenti alla legge 194: l’aborto clandestino, la mancanza di
informazione sulla contraccezione, la mancanza di quei consultori che
ora sono sotto attacco.
Hanno sfilato tenendo alta la fiaccola ideale della salvaguardia
della vita, fingendo di non sapere che proprio l'applicazione di questa
legge previene e riduce gli aborti.
Sono scesi in piazza, e avevano al loro fianco il sindaco di Roma,
Gianni Alemanno, che ha svilito la propria carica per calcoli politici.
Le donne dicono basta: nessuno tocchi la legge 194, nessuno tocchi la
nostra salute, nessuno tocchi la nostra autodeterminazione.
Nessuno si azzardi più a chiamare "assassine" le donne che abortiscono.
Chi è davvero "contro l'aborto" difenda la 194.
Siamo pronte a dare battaglia: per la legge e la sua applicazione.
Per consultori funzionanti in tutto il territorio.
Per una corretta informazione ed educazione sessuale.
Dalla parte delle donne e delle loro scelte.
Vogliamo rispetto.
SNOQ CITTA'
-
comitato 13 febbraio ancona snoq
-
rete donne cremona senonoraquando
-
comitato "se non ora, quando?" Reggio Calabria
-
SNOQ Milano
-
SNOQ Firenze
-
LE DONNE DEL 13 FEBBRAIO Comitato Se Non Ora Quando SIENA
- Comitato SNOQ NAPOLI
- comitato se non ora quando Pescara
- comitato Senonoraquando Roma
- associazione Usciamo dal Silenzio Milano
- SNOQ Mantova
- 194 ragioni Mantova
- Disuguali Donne Diritti Violenza
- Centro Donna Padova
- SNOQ Sud Milano
- SNOQ Massa
- Associazione TerradiLei Napoli
- Sartorie Culturali
- Coordinamento Donne SpilcgilLazio
- comitato SNOQ Genova
- Amiche Diabicidi
- SNOQ Cerignola
- Cgil Priolo
- Cassinoxemergency gruppo Cassino
- Gastretto Associazione Culturale
- SNOQ Cuneo
- SNOQ Cesano Maderno
- Donne e informazione
- SNOQ Torino
- Donne InVerticale
- Donne e Basta
- Snoq Osimo
- SNOQ Catania
- Le Voltapagina
- SNOQ Sondrio
- UsciamodalSilenzio Sondrio
- Coordinamento Donne CGIL Sondrio
- SNOQ Salerno
- ANPI Cremona
- SNOQ Pagani
- Voce Donna
- Per Non Dimenticare Varalli e Zibecchi
- Donne da Sud
- senonoraquando Chieti
- Laboratorio politico di donne Genova
- coordinamento provinciale SEL Reggio Calabria
- Associazione VOCE DONNA di Castrocaro Terme
- Terre del Sole - Forlì
- chiesa Valdese piazza Cavour - Roma
- Coordinamento Donne CGIL Roma Lazio
- gruppo Emergency Ferrara
- ------------------------------------------
- Ottavia Piccolo
- Lea Melandri
- Lella Costa
- Iole Natoli
- Marina Terragni
- Roberto Tumminelli
- Francesca Figari
- M.Teresa Sardella
- Aurora Ferraro
- Anna Banedettini
- Parisina Dettoni
- -----------------------------------------
- Giuliana Brega
- Maria Antonietta D'emilio
- Maria Grazia Ghezzi
- Alessandra Faiella
- Luciana Bova
- Suny Vecchi
- Cristina Pecchioli
- Carla Maria Piccinini
- Loredana Galano
- Cristina Semino
- Lidia Mangani
- Silvia Mesturini
- Vincenzo Luongo
- Cristina Angelini
- Gustavo Capitò
- Margherita Santicchia
- Rita Rocchegiani
- Marina Sartini
- Gianluca Pieroni
- Valerio Binetti
- Arianna Cozzolino
- Patrizia David
- Marcello Santalucia
- Lela Dall'Acqua
- Amedeo Borzillo
- Paola Petrucci
- Deborah D'Emey
- Rita Libri
- Mario Duca
- Rossana Ciambelli
- Ferrucio Camilletti
- Patrizia Caporossi
- Maria Claudia Paccapelo
- Giovanni Piras
- Betty Collura
- Anna Miculan
- Anna Maria De Crescenzo
- Lea Fiorentini
- Pina Loreti
- Mauro Murgia
- Cinzia Romano
- Carmnine Verazzo
- Pippo Fecondo
- Daniela Longaretti
- Antonella Coccia
- Loredana Chielli
- Angelo Gerroni
- Marina Barausse
- Tamara Ferretti
- Paola Mazzei
- Alessandra Marchetti
- Maria Pia Capozzi
- Giovanna Berlini
- Alessandra Zanuso
- Nadia Mazzoni
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- Anna Romana Sebastiani
- Rudi Bardi
- Adalberto Ricci
- Ylenia Pace
- Stefania Zepponi
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- Tiziana Luca
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- Paola Solazzi
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