mercoledì 27 giugno 2012

“La Pubblicità e il Corpo-oggetto : un altro modo esiste”


 Per noi Snoq Napoli  è importante riconfermare che la novità e  l’incisività  dell’impegno politico di SNOQ è nella tensione verso una trasformazione culturale che segni profondamente il cambiamento dei modelli nei rapporti relazionali, nel lavoro, nell’economia, nella rappresentanza puntando a una diversa qualità della vita del nostro Paese.

Il 13 Febbraio  siamo scese in migliaia in piazza
anche per mostrare la vera immagine delle donne italiane, donne responsabili, solari, orgogliose, creative, di lunga storia ed esperienza, competenti, infaticabili, amanti della bellezza, dell’impegno, dei valori della costituzione e della  democrazia; donne reali, lì  per denunciare anche che la televisione, la pubblicità, i media non davano assolutamente più da tempo una rappresentazione reale, autentica di noi tutte.

Sotto accusa, ancora oggi, da una parte  le strategie economiche  di una politica   neoliberista le cui ricette rigettano le donne nel precariato, sospingendole nella spirale assistenziale familiare ed escludendole da un possibile ruolo sociale; dall’altra l’arroganza  di  un  potere politico culturale dominante, fondato sui valori del denaro, del consumo, del mercato, che usa i media per condizionare bisogni e desideri, per  imporre  stereotipi  sessisti  che rappresentano la   donna  vittima, talvolta consenziente, di un  uomo, eterno cacciatore, padrone di oggetti e persone.
I recentissimi dati ISTAT sulla crescente e grave emarginazione sociale,  quelli  sulla violenza sessuale, stigmatizzati finanche da Amnesty International e dalla commissione ONU (rapporto CEDAW) infatti, sono la testimonianza  di una società che  stenta a compiere il suo processo civile di convivenza rispettosa delle diversità.


Oggi il CP di Se Non Ora Quando chiede al presidente della Rai “ il 50% di donne nel Consiglio di amministrazione e una nuova missione culturale della Rai nel loro segno e per cambiare, con tutta la ricchezza dei linguaggi che il mezzo offre, simboli e narrazione del paese”. Se Non Ora Quando? per la RAI

Ieri mattina 25 giugno, una delegazione di Snoq Napoli  ha discusso con l’Assessorato  alla Scuola e all’Istruzione  del Comune  la bozza per il nuovo progetto di educazione alla cultura di genere  per il  prossimo anno scolastico nelle scuole di tutti i gradi, dando continuità al percorso iniziato

Il lavoro fatto
L’iniziativa politica di Snoq Napoli di portare un focus su l’Immagine  e la Rappresentazione  della donna nasce giusto per opporre a questa politica svalutante e discriminatoria del genere un  modello culturale fondato sul riconoscimento simbolico e reale del ruolo che alle donne spetta nella organizzazione e nella gestione  della società, nella sfera pubblica ed in quella privata.

Il 31 maggio scorso, con la premiazione dei manifesti più originali e coerenti con il compito assegnato,  si è infatti conclusa la prima fase della campagna contro la pubblicità lesiva della dignità  della donna e  della persona lanciata da SNOQNapoli attraverso il concorso  “La Pubblicità e il Corpo-oggetto : un altro modo esiste”, rivolto agli studenti napoletani di ogni ordine e grado (dalle elementari all’Università) con il patrocinio del Comune di Napoli.










L’invito a smontare il modello proposto dalle pubblicità stradali e televisive ha raccolto l’adesione entusiastica  e fortemente partecipata di più di 200 studenti e studentesse e dei loro insegnanti.
Bravi le ragazze ed i ragazzi che si sono cimentate/i, brave le docenti che hanno raccolto e valorizzato l’iniziativa, buona l’idea che rilanciamo a tutti i Comitati Territoriali SNOQ, per un’iniziativa di rete.

Abbiamo portato nelle scuole una proposta di sensibilizzazione, di denuncia, di contrasto  sulla rappresentazione scorretta, irrispettosa, frustrante del Corpo-Oggetto, in particolare di quello  femminile, in ambito mediatico e nel discorso pubblico, espressione latente e non, di una aggressività e violenza maschile sempre più diffuse nel paese. La pubblicità sessista è per noi una delle radici della violenza sulle donne.

Nelle scuole sono stati strutturati  dei laboratori  di  osservazione  di immagini che ricorrono nelle pubblicità stradali di uomo, di donna, di bambini, ridotti a corpo/oggetto; di  decodifica  degli stereotipi e dei messaggi subliminali; di riflessione sui valori e sui modelli dominanti, sui miti del nostro tempo;  di  produzione  rappresentativa di un modo diverso di fare pubblicità. 
Voci   e sguardi   differenti per  età e  formazione culturale, pur nella loro specificità espressiva  ci hanno restituito una omogenea  critica su costumi e comportamenti della società.
La tempesta di immagini  stereotipate di corpi di donne ipertrofici  e seduttivi, di uomini palestrati, di bambine ammiccanti “adultizzate”, di bambini  omologati, privi di identità, inespressivi, esposti per  pubblicizzare una merce, trasformati essi stessi in merce  o in oggetti disponibili  di attrazione sessuale è lo specchio di una società nella quale i giovani non si riconoscono.










  
 Senza ipocriti moralismi alcune ragazze hanno manifestato il gusto dell’esibizione del corpo, la voglia di essere apprezzate, il desiderio  di un intervento estetico anche chirurgico per ritrovare una identità in cui riconoscersi, l’ambizione di sfondare nel mondo dello spettacolo. Tutto ciò non autorizza,tuttavia, a ritenere consequenziale la mercificazione del corpo, la sottomissione al potente di turno, la rinuncia al proprio cervello, la propria riduzione a bambola “Barbie”, l’erotizzazione  della “baby model”.
Alla  domanda  se è possibile liberare l’immaginario dagli stereotipi, dal sesso volgare, dalla trasgressione violenta, dal cattivo gusto, con una pubblicità “altra”, si è risposto dalle scuole con una generosissima produzione di messaggi ed immagini a sfondo ambientalista, pacifista, salutista, ludico, solidale, con la rappresentazione di volti autentici, di corpi  naturali, con gusto estetico  e rispetto della persona, per pubblicizzare un profumo per uomo, uno smalto per donna, un jeans  per bambini.















E’ possibile dunque rompere gli schemi: è questa la lezione di ottimismo che è stata raccolta dalle relatrici SNOQ nell’introdurre il  dibattito pomeridiano, tra  intellettuali, rappresentanti istituzionali, operatrici culturali e scolastiche, studiose del linguaggio di genere, di movimenti femminili e femministi, invitate a proseguire il percorso avviato, dalla contestazione  dell’immagine offensiva, all’ affermazione di una  nuova cittadinanza di genere nel consesso della Polis.

Sono state condivise le riflessioni su alcun problematiche ineludibili quali:
a)   la responsabilità collettiva nella perdita di valori, di sentimenti, di passioni, quando si sono assunte come universali  le distorsioni maschiliste nell’interpretazione dell’amore come violenza, della libertà come possesso, del desiderio come bisogno di consumo, dell’economia come spreco, del piacere come fobia sessuale, dell’essere come apparenza, del corpo come oggetto;
b)    la riproposizione di nuovi stereotipi di genere all’interno di un “sessismo democratico” per cui  se è vero che in uno stato di “diritto” è  “politicamente corretto” concedere  leggi  di parità alle donne, è altrettanto vero che  puntualmente le stesse siano state limitate o cancellate da  un potere maschile non disposto a rinunciare ai privilegi e ai principi di dominio e di sopraffazione sulla donna, storicamente acquisiti e riproposti   da una  cultura neopatriarcale;
c)    l’acutizzarsi della violenza maschile  contro il processo di  liberalizzazione dei rapporti praticato dalle donne. La libera scelta della donna nella gestione del suo corpo e dei suoi sentimenti,  la sua eventuale sottrazione al  rapporto possessivo  non è tollerata dal partner. Abituato ad imporre le regole del gioco egli  vive come diminuzione e come sconfitta un gesto di rifiuto che lo induce ad atti degenerativi di violenza, persecuzione, stalking,  femminicidio, che spesso la società tende a comprendere  o  giustificare.

E’ evidente il  contrasto stridente tra questa resistenza  maschile al cambiamento  e  la rapida trasformazione della coscienza delle donne che rifiutando ogni forma di subordinazione e di alienazione, non mirano certo  a contrapporsi al potere maschile, ma piuttosto ad affermare un diritto ed un desiderio  di costruire una società di pacifica convivenza e libera realizzazione delle persone:si tratta di operare un nuovo approccio culturale-relazionale,
La scommessa di una “rivoluzione culturale”si gioca su due piani:
quello istituzionale, attraverso la denuncia della violenza fisica e psicologica, la punizione rigorosa  nei confronti degli aggressori, l’assistenza alle vittime di violenza con supporti adeguati (centri antiviolenza, centri accoglienza); un adeguato lavoro e sostegno per gli uomini maltrattanti
quello della formazione ed educazione ai sentimenti, all’erotismo, ai linguaggi di genere che coinvolge in prima istanza la cultura scolastica, i media, i costumi e comportamenti collettivi.

Il lavoro che intendiamo fare
In tale direzione stiamo costruendo una rete di rapporti  sociali  per una  ampia articolazione di interventi che deve vedere protagonisti attivi, insieme al movimento Snoq e alle istituzioni municipali che stiamo coinvolgendo, genitori e studenti, giornalisti, pubblicitari, editori,  artisti  ed esperti multimediali, nell’obbiettivo di una azione di sensibilizzazione e di educazione al rispetto dei generi. Ipotizziamo quindi l’attivazione di un laboratorio sperimentale  che offra strumenti di comprensione, di  prevenzione e di contrasto  tra i quali :
1.    cogliere ed eliminare il sessismo dal materiale educativo;
2.    promuovere interventi di sensibilizzazione con genitori e case editrici;
3.    insegnare diritti e obblighi uguali tra maschi e femmine in famiglia, a scuola, nella società;
4.    fare attenzione ai giochi sin dalle scuole d’infanzia e al linguaggio nei libri di testo;
5.    sensibilizzare alle problematiche relazionali, al distinguo tra gioco e violenza;
6.    rilanciare un’educazione ai sentimenti, alla formazione del pensiero libero, al piacere del sesso nel rispetto del corpo e delle diversità.
7.    formare un’educazione alla cittadinanza con un esercizio quotidiano di attiva e consapevole  partecipazione alla vita della Polis.

Snoq Napoli

lunedì 11 giugno 2012

L’OBIEZIONE ALL’ABORTO È L’OBIEZIONE ALL’AUTODETERMINAZIONE DELLE DONNE


Il movimento Se Non Ora Quando? pone tra i punti fondamentali della sua azione politica nazionale la maternità libera, il rispetto cioè delle scelte della donna sia quando affronta l’esperienza della maternità, scelta libera nella sua autodeterminazione, possibile nella sua sostenibilità e responsabile nel suo valore etico, sia quando è dolorosamente costretta all’interruzione della gravidanza.

In ambedue i casi è la certezza dei diritti che rende attiva la cittadinanza, rompe la solitudine e l’isolamento della donna, e la pone al centro di una responsabilità civile, condivisa e solidale.

Il diritto all’aborto votato dal referendum del ‘78, e sancito dalla legge 194, oggi viene sostanzialmente negato dalla iniqua ripartizione di medici obiettori/non obiettori, da servizi insufficienti e inadeguati, dalla mancanza delle informazioni necessarie all’accesso, senza i quali il diritto alla maternità desiderata viene compromesso e la possibilità dell’autodeterminazione della donna non si concretizza.

I diritti alla contraccezione ordinaria, alla contraccezione di emergenza (la pillola dei 5 giorni dopo), all’aborto con la pillola Rsu486, all’aborto terapeutico, in Italia non vengono garantiti come nel resto d’Europa, anche a causa dell’obiezione di coscienza (clausola 9 inserita nella 194) sempre più estesa in un contesto di disinvestimento nel servizio sanitario pubblico, sia nelle strutture che nelle risorse umane.
Eppure l’adempimento al dettato della L. 194 è un obbligo la cui violazione è sanzionabile sotto il profilo civile e penale; non è in gioco il solo diritto all’interruzione di gravidanza, ma il diritto fondamentale alla salute della persona.
Seppure rispettiamo il principio del diritto all’obiezione di coscienza, oggi assistiamo ad un aumento degli obiettori non più compatibile con l’applicazione della L.194. ( La relazione ministeriale 2010 sull’applicazione della legge riporta percentuali di obiezione fino al 90% )

Inoltre riteniamo che all’aumento del numero degli obiettori corrisponda un ritorno dell’aborto nel privato. Chiediamo :


1)
di potenziare i consultori territoriali per favorire azioni di prevenzione e di cura

2) di garantire l’applicazione della legge 194 attraverso:
- la certezza dell’accesso alla prestazione
- l’efficienza delle prestazioni erogate
- le azioni a sostegno della salute psicologica della donna
- la diffusione delle informazioni per l’orientamento ai servizi


3)
di creare un Albo regionale dei medici e degli infermieri obiettori con obbligo di pubblicità nelle strutture pubbliche, accreditate e private

4)
l’obbligo per legge della presenza di un servizio pubblico specifico

5)
di organizzare concorsi riservati a medici non obiettori (proposta di legge del giurista De Filippis ** )

6)
campagne informative e progetti educativi di educazione sessuale. 

SNOQ Napoli propone che agli obiettori di coscienza, così come in campo militare, venga richiesto un impegno civile nel campo della prevenzione rivolto alla sensibilizzazione e alla formazione delle Donne e degli Uomini ad una vita sentimentale - sessuale  e genitoriale consapevole e responsabile 

Contemporaneamente che sia assicurato il diritto alla maternità desiderata per TUTTE le donne a carico della fiscalità generale. 
 

Comitato Se Non Ora Quando Napoli

Il buon medico non obietta  


* Secondo il Ministero della Salute sono obiettori sette medici su dieci (per inciso, i cattolici praticanti in Italia, secondo i dati Eurispes 2006, sono il 36,8%): in pratica, si è passati dal 58,7 per cento del 2005 al 70,7 per cento del 2009 per quanto riguarda i ginecologi, per gli anestesisti dal 45,7 per cento al 51,7 per cento e per il personale non medico dal 38,6 per cento al 44,4 per cento. Secondo la Laiga, l’associazione che riunisce i ginecologi a difesa della 194, i “no” dei medici arriverebbero quasi al 90% del totale, specie se ci si riferisce agli aborti dopo la dodicesima settimana. Nei sette ospedali romani che eseguono aborti terapeutici, i medici disponibili sono due; tre (su 60) al Secondo Policlinico di Napoli. Al Sud ci sono ospedali totalmente “obiettanti”. In altre zone la percentuale di chi rifiuta di interrompere la gravidanza sfiora l’80 per cento, come in Molise, Campania, Sicilia, Bolzano. Siamo sopra l’85% in Basilicata. Da un’inchiesta dell’Espresso di fine 2011, risulta che i 1.655, non obiettori hanno effettuato nel solo 2009, con le loro scarse forze, 118.579 interruzioni di gravidanza, con il risultato che più del 40% delle donne aspetta dalle due settimane a un mese per accedere all’intervento, e non è raro che si torni all’estero, alla clinica privata (o, per le immigrate soprattutto, alle mammane). Oppure, al mercato nero delle pillole abortive.

** «L’obiezione di coscienza» ha spiegato De Filippis «è un valore laico e costituzionale, non solo religioso. Per questo vanno stabilite regole che non la banalizzino e allo stesso tempo obbligano a che il servizio sia garantito». Tra le proposte inviate alle Regioni anche quella di consentire alle strutture ospedaliere che forniscono il servizio di Ivg «di avvalersi di medici gettonati per sopperire alle carenze di medici non obiettori laddove non si riesca a garantire un equilibrato bilanciamento fra i medici strutturati obiettori e non obiettori».

#save194


Pubblichiamo questa pagina postata oggi da vari blog sulla difesa della 194




Sembra, ogni volta, di dover ricominciare da capo.
Facciamolo, allora, e partiamo da una domanda. 
Questa: “tutte le donne italiane possono liberamente decidere di diventare madri?”. La risposta è no.
Non possono farlo, non liberamente, e non nelle condizioni ottimali, le donne che ricorrono alla fecondazione artificiale, drammaticamente limitata dalla legge 40.
Non possono farlo le donne che scelgono, o si trovano costrette a scegliere, di non essere madri: nonostante questo diritto venga loro garantito da una legge dello Stato, la 194.
Quella legge è, con crescente protervia, posta sotto accusa dai movimenti pro life, che hanno più volte preannunciato (anche durante l’ultima marcia per la vita), di volerla sottoporre (di nuovo) a referendum.

L’articolo 4 di quella legge sarà all’esame della Corte Costituzionale – il prossimo 20 giugno – che dovrà esaminarne la legittimità, in quanto violerebbe ” gli articoli 2, (diritti inviolabili dell’uomo), 32 I Comma (tutela della salute) e rappresenta una possibile lesione del diritto alla vita dell’embrione, in quanto uomo in fieri”.

Inoltre,  quella legge è svuotata dal suo interno da anni. Secondo il Ministero della Salute sono obiettori sette medici su dieci (per inciso, i cattolici praticanti in Italia, secondo i dati Eurispes 2006, sono il 36,8%): in pratica, si è passati dal 58,7 per cento del 2005 al 70,7 per cento del 2009 per quanto riguarda i ginecologi, per gli anestesisti dal 45,7 per cento al 51,7 per cento e per il personale non medico dal 38,6 per cento al 44,4 per cento. Secondo la Laiga, l’associazione che riunisce i ginecologi a difesa della 194, i “no” dei medici arriverebbero quasi al 90% del totale, specie se ci si riferisce agli aborti dopo la dodicesima settimana. Nei sette ospedali romani che eseguono aborti terapeutici, i medici disponibili sono due; tre (su 60) al Secondo Policlinico di Napoli. Al Sud ci sono ospedali totalmente “obiettanti”. In altre zone la percentuale di chi rifiuta di interrompere la gravidanza sfiora l’80 per cento, come in Molise, Campania, Sicilia, Bolzano. Siamo sopra l’85% in Basilicata. Da un’inchiesta dell’Espresso di fine 2011, risulta che i 1.655, non obiettori hanno effettuato nel solo 2009, con le loro scarse forze, 118.579 interruzioni di gravidanza, con il risultato che più del 40% delle donne aspetta dalle due settimane a un mese per accedere all’intervento, e non è raro che si torni all’estero, alla clinica privata (o, per le immigrate soprattutto, alle mammane). Oppure, al mercato nero delle pillole abortive.
Dunque, è importante agire. Vediamo come.

Intanto, queste sono alcune delle iniziative che sono state prese:
1) Lo scorso 8 giugno,l'AIED  e l' associazione Luca Coscioni hanno inviato a tutti i Presidenti e assessori alla sanità delle Regioni un documento sulle soluzioni da adottare per garantire la piena efficienza del servizio pubblico di IVG come previsto dalla legge. “Siamo altresì pronti a monitorare con attenzione l’applicazione corretta della legge e, se necessario, a denunciare per interruzione di pubblico servizio chi non ottempera a quanto prevede la legge”, hanno detto.
Le proposte sono:
Creazione di un albo pubblico dei medici obiettori di coscienza;
Elaborazione di una legge quadro che definisca e regolamenti l’obiezione di coscienza;
Concorsi pubblici riservati a medici non obiettori per la gestione dei servizi di IVG;
Utilizzo dei medici “gettonati” per sopperire urgentemente alle carenze dei medici non obiettori;
Deroga al blocco dei turnover nelle Regioni dove i servizi di IVG sono scoperti.
2) La scorsa settimana ha preso il via la campagna contro l’obiezione della Consulta di Bioetica Onlus: qui trovate le informazioni e qui   il video.

Diffondere queste informazioni è un primo passo. Ce ne possono essere altri. Fra quelli a cui, discutendo insieme, abbiamo pensato, ci sono:
1) Raccogliere testimonianze. Regione per regione, città per città, ospedale per ospedale, segnalateci gli ostacoli nell’accesso all’IVG e alla contraccezione d’emergenza. Potete farlo anche in forma anonima, nei commenti al blog. Ma è importante: perché solo creando una mappa dello svuotamento della legge è possibile informare su quanto sta avvenendo ed eventualmente pensare ad azioni anche legali.
2) Tenere alta l’attenzione in prossimità del 20 giugno. Lanciate su Twitter l’hashtag #save194, fin da ora.
L’intenzione di questo post è quella di informare. Non è che il primo passo: perché la libertà di scelta continui a essere tale, per tutte le donne italiane.

postato in contemporanea da


domenica 27 maggio 2012

OLTRE L'IMMAGINE

il Comitato e la Rete SENONORAQUANDO Napoli
 organizzano

SGUARDI OLTRE L’IMMAGINE
PER UNA NUOVA CONVIVENZA NELLA POLIS

 Giornata di chiusura del Concorso nelle scuole e Incontro/dibattito a più voci

 GIOVEDI'  31 Maggio  al Centro " La Città del Sole"
Forum delle Culture,  Vico Maffei 18 (s.Gregorio Armeno)
 

la mattina  dalle 9 e 30 ci sarà l'esposizione  e la premiazione  dei manifesti vincenti  alla presenza dell'assessora Palmieri, in occasione della chiusura del Concorso di Se Non Ora Quando 


Hanno aderito al bando 20 Istituti scolastici di tutti i gradi e sono state elaborate più di 50 opere. Abbiamo raccolto tutti i lavori che sono stati prodotti dalle allieve/i e il 31 mattina  saranno tutti presentati  in una ESPOSIZIONE APERTA ALLA CITTA'. Per ogni istituto una ragazza o un ragazzo esporrà  le suggestioni, le emozioni , le riflessioni che sono emerse durante il percorso laboratoriale  rendendoci partecipi  della loro elaborazioni

Ai docenti, la responsabilità del prosieguo della tematica dell'educazione di genere che ci auguriamo sarà accompagnata dal sostegno e dalla progettualità del Comune di Napoli

A metà mattinata avremo con noi il  Maestro burattinaio Bruno Leone  di Vico Pazzariello  che presenterà " Il Segreto di Pulcinella" 1 parte


nel pomeriggio   dalle 17,00 in poi ci sarà un incontro /dibattito  a più voci :  
 
 
per approfondire ulteriormente le motivazioni e le prospettive  di questo impegno di Se Non Ora Quando Napoli  sui temi della violenza, degli stereotipi femminili, dell'importanza dello sviluppo di una cultura di genere,  per restituire dignità  allo sguardo e al  ruolo delle donne nel nostro paese anche attraverso il tema dell'Immagine e Rappresentazione della donna nel più ampio tema dell'Educazione  e della Cultura di genere.
 
 
 
 
 

lunedì 21 maggio 2012

IL NOSTRO SALUTO A MELISSA: NOI NON ABBIAMO PAURA




L'attentato vigliacco e sanguinoso di Brindisi, che ha causato la morte di Melissa, una ragazza sorridente e piena di speranze, e il ferimento di altre giovani donne, ci ha scosso e addolorato profondamente, ma ci ha viste pronte a reagire, e chiediamo di farlo tutti insieme per difendere e continuare a costruire un Paese democratico.
Per noi donne la violenza non è tema nuovo, ma tristemente antico.
E forse per questo ancora una volta, abbiamo fatto rete.
Siamo scese in piazza in tutta Italia, a fianco della gente, delle ragazze e dei ragazzi di scuole ed università, di un paese che non riesce a trovar pace, ognuna come e dove poteva, ognuna partendo da sè.
Non molliamo, teniamo duro.
Se anche è presto per comprendere le matrici di questo attentato è però assolutamente tempo di fare muro, di essere compatti e di non lasciar spazio.
Noi donne di Snoq idealmente abbracciamo Melissa, fiore spezzato, le sue compagne, che ancora lottano per la vita e le loro famiglie.
E assieme a loro Francesca Morvillo, alla quale è intitolata la scuola teatro di questo ennesimo crimine orrendo; una grande donna, un brava magistrata, rimasta a combattere sino all'ultimo.
Siamo accanto ai genitori, alle ragazze, ai docenti e tutto il personale che stamattina ha deciso di andare a scuola, di rispondere con la "normalità" all'orrore e al tentativo di instaurare un regime di paura e immobilità.
Con Melissa, vittima inconsapevole, con Francesca e con tutte le donne che sono cadute per il rispetto, la dignità, l'onestà ed un mondo più giusto. 

NON CI FANNO PAURA: LE DONNE CONTINUERANNO A LOTTARE. 

SNOQ CITTA’ – RETE DEI COMITATI TERRITORIALI SE NON ORA QUANDO

LE DONNE DI NUOVO IN CAMPO: LA 194 NON SI TOCCA

i Comitati territoriali "se non ora, quando?" rispondono con fermezza alla manifestazione romana del movimento per la vita del 13 maggio 2012, la 194 non si tocca, anzi va applicata!  

per le adesioni al documento: https://www.facebook.com/groups/196161910498079/
Sono scesi in piazza contro le donne, dichiarandosi paladini della vita.
Il 13 maggio a Roma sono scesi in piazza contro la 194: la legge dal titolo "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza" che era nata per debellare la piaga dell'aborto clandestino, e grazie alla quale gli aborti sono diminuiti del 60%.
Si chiamano movimento per la vita, si appellano alla difesa della vita, ma fingono di non sapere il prezzo pagato dalle donne negli anni precedenti alla legge 194: l’aborto clandestino, la mancanza di informazione sulla contraccezione, la mancanza di quei consultori che ora sono sotto attacco.
Hanno sfilato tenendo alta la fiaccola ideale della salvaguardia della vita, fingendo di non sapere che proprio l'applicazione di questa legge previene e riduce gli aborti.
Sono scesi in piazza, e avevano al loro fianco il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha svilito la propria carica per calcoli politici.
Le donne dicono basta: nessuno tocchi la legge 194, nessuno tocchi la nostra salute, nessuno tocchi la nostra autodeterminazione.
Nessuno si azzardi più a chiamare "assassine" le donne che abortiscono.
Chi è davvero "contro l'aborto" difenda la 194. 
Siamo pronte a dare battaglia: per la legge e la sua applicazione.
Per consultori funzionanti in tutto il territorio.
Per una corretta informazione ed educazione sessuale.
Dalla parte delle donne e delle loro scelte.
Vogliamo rispetto.

SNOQ CITTA'
  • comitato 13 febbraio ancona snoq
  • rete donne cremona senonoraquando
  • comitato "se non ora, quando?" Reggio Calabria
  • SNOQ Milano
  • SNOQ Firenze
  • LE DONNE DEL 13 FEBBRAIO Comitato Se Non Ora Quando SIENA
  • Comitato SNOQ NAPOLI
  • comitato se non ora quando Pescara
  • comitato Senonoraquando Roma
  • associazione Usciamo dal Silenzio Milano
  • SNOQ Mantova
  • 194 ragioni Mantova
  • Disuguali Donne Diritti Violenza
  • Centro Donna Padova
  • SNOQ Sud Milano
  • SNOQ Massa
  • Associazione TerradiLei Napoli
  • Sartorie Culturali
  • Coordinamento Donne SpilcgilLazio
  • comitato SNOQ Genova
  • Amiche Diabicidi
  • SNOQ Cerignola
  • Cgil Priolo
  • Cassinoxemergency gruppo Cassino
  • Gastretto Associazione Culturale
  • SNOQ Cuneo
  • SNOQ Cesano Maderno
  • Donne e informazione
  • SNOQ Torino
  • Donne InVerticale
  • Donne e Basta
  • Snoq Osimo
  • SNOQ Catania
  • Le Voltapagina
  • SNOQ Sondrio
  • UsciamodalSilenzio Sondrio
  • Coordinamento Donne CGIL Sondrio
  • SNOQ Salerno
  • ANPI Cremona
  • SNOQ Pagani
  • Voce Donna
  • Per Non Dimenticare Varalli e Zibecchi
  • Donne da Sud
  • senonoraquando Chieti
  • Laboratorio politico di donne Genova 
  • coordinamento provinciale SEL Reggio Calabria
  • Associazione VOCE DONNA di Castrocaro Terme
  • Terre del Sole - Forlì
  • chiesa Valdese piazza Cavour - Roma
  • Coordinamento Donne CGIL Roma Lazio
  • gruppo Emergency Ferrara
  • ------------------------------------------
  • Ottavia Piccolo
  • Lea Melandri
  • Lella Costa
  • Iole Natoli
  • Marina Terragni
  • Roberto Tumminelli
  • Francesca Figari
  • M.Teresa Sardella
  • Aurora Ferraro
  • Anna Banedettini
  • Parisina Dettoni
  • -----------------------------------------
  • Giuliana Brega
  • Maria Antonietta D'emilio
  • Maria Grazia Ghezzi
  • Alessandra Faiella
  • Luciana Bova
  • Suny Vecchi
  • Cristina Pecchioli
  • Carla Maria Piccinini
  • Loredana Galano
  • Cristina Semino
  • Lidia Mangani
  • Silvia Mesturini
  • Vincenzo Luongo
  • Cristina Angelini
  • Gustavo Capitò
  • Margherita Santicchia
  • Rita Rocchegiani
  • Marina Sartini
  • Gianluca Pieroni
  • Valerio Binetti
  • Arianna Cozzolino
  • Patrizia David
  • Marcello Santalucia
  • Lela Dall'Acqua
  • Amedeo Borzillo
  • Paola Petrucci
  • Deborah D'Emey
  • Rita Libri
  • Mario Duca
  • Rossana Ciambelli
  • Ferrucio Camilletti
  • Patrizia Caporossi
  • Maria Claudia Paccapelo
  • Giovanni Piras
  • Betty Collura
  • Anna  Miculan
  • Anna Maria De Crescenzo
  • Lea Fiorentini
  • Pina Loreti
  • Mauro Murgia
  • Cinzia Romano
  • Carmnine Verazzo
  • Pippo Fecondo
  • Daniela Longaretti
  • Antonella Coccia
  • Loredana Chielli
  • Angelo Gerroni
  • Marina Barausse
  • Tamara Ferretti
  • Paola Mazzei
  • Alessandra Marchetti
  • Maria Pia Capozzi
  • Giovanna Berlini
  • Alessandra Zanuso
  • Nadia Mazzoni
  • Andea Rocco de Vito
  • Anna Romana Sebastiani
  • Rudi Bardi
  • Adalberto Ricci
  • Ylenia Pace
  • Stefania Zepponi
  • Floriana Cavalletti
  • Tiziana Luca
  • Rosalba Santangelo
  • Paola Solazzi
  • Raffaella Faggetti
  • Gianfranco Amodeo
  • Massimo Mollo
  • Anna Pepe
  • Edy Gilda Tulli
  • Gianna Massari
  • Costanza Iannone
  • Annalisa Massari
  • Silvia De Angelis
  • Dario Banaudi
  • Fausta Ascoli
  • Luciana Bistrot
  • Antonella Tassitano
  • Roberta Antinori
  • Rosanna Tortorelli
  • Marisa Ragaini
  • Concetta Contini
  • Lorenzo Pozzati
  • Carlo Barlassina
  • Emanuela Ghinaglia
  • Francesca Piccinini
  • Fiorella Moscatelli
  • Liuba Casaccia
  • Roberto Posca
  • Gilberto Papini
  • Francesco Staffa
  • Filomena Savini
  • Katia Ambretta Giardi
  • Rosa de Gouges
  • Valentina De Stefano
  • Olimpia Gobbi
  • Barbara Cassinari
  • Barbara Frittella
  • Roberta Mastrobuono
  • Cinzia Abramo
  • Antonio Ecca
  • Roberto Galasso
  • Cinzia Cerè
  • Stefania Scicolone
  • Laura Onofri
  • Elisa Romeo
  • Donatella Capirchio
  • Anna Schettini
  • Roberta Santarelli
  • Alessia Furia
  • Oreste Romanati
  • Gianluca Cicinelli
  • Isabella Mangano
  • Marika Borrelli
  • Bruna Ferraioli
  • Elisabetta De Romanis
  • Claudia Forini
  • Rita Pia Oratore
  • Vittoria Minola
  • Maurizio Rocco
  • Claudia Jean Pupaccella
  • Stefania Fivizzani
  • Reda Bruschi
  • Andrea Gaudiano
  • Anna Rita Fusco
  • Greetje Van Der Veer
  • Simona Chezzi
  • Nicola Palmieri
  • Alba Opeddisano
  • Simona Pardera
  • Paola Stoppoloni
  • Cinzia Maria Rossi
  • Claudio Cappelli
  •  Nicole Zilit
  • Monica Ragazzini
  • Fiammetta Fanizza
  • Silvia Mattoni
  • Marcella Rossi
  • Rossana Tassone
  • Francesca Rosati Freeman
  • Clementina Calvani
  • Antonella Cammarata
  • Alessandra Rossi
  • Mariella Forza
  • Anita Silviano
  • Roberta D'Annunzio
  • Maria Piacente
  • Alice Spadea
  • Elena De Santis
  • Roberto Togna
  • Maria Flavia Vanni
  • Nadia Somma
  • Alessandra Pisa
  • Anna Pastinese
  • Paola Gangemi
  • Antonio Maria Ricci
  • Angela Bernardini
  • Silvia Mattoni
  • Massimo Spalluto
  • Francesca Nemo
  • Antonella di Crescenzo
  • Francesco Saccomanno
  • Silvana Lunetta
  • Barbara Bagnini
  • Fulvio Catalano
  • Vittoria Minola
  • Fabiola Caporalini
  • Marco De Silli
  • Rosanna Sabatino
  • Rodriguez Candy
  • Marco Zio
  • Daniela Cascone
  • Rosita Merlotti
  • Roberto Galasso
  • Rodolfo Visconi
  • Laura Larera Francolini
  • Grazia Soliani
  • Consuelo Barilari
  • Mara Iaffaldano
  • Patrizia Caporossi
  • Roberto Tuninetti
  • Giovanni Sergi
  • Roberta Foschi
  • Vale Sacchi
  • Delia Tusa
  • Enrica Alteri
  • Ilaria Biagioli
  • Clementina Calvani
  • Angelo Bedini
  • Mariella Forza
  • Alessia Genovese
  • Alessandro Perrone
  • Simona Simbula
  • Domenico Crea
  • Alfonsina de Filippis
  • Antonio Bitti
  • Magda De Muzio
  • Stefania La Rosa
  • Angela Bernardini



mercoledì 9 maggio 2012

UNA LETTERA, UNA DISCUSSIONE, UNA DOMANDA

mercoledì, 9 maggio 2012
dal Blog Lipperatura  http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/

Uno.
Clio Napolitano scrive a Repubblica:
“Caro direttore, i fatti di cronaca di queste settimane hanno riportato al centro dell´attenzione il tema della violenza sulle donne, tema che può essere analizzato da tanti punti di vista: sociologico, psicologico, pedagogico e statistico. In ciascuno di questi campi si possono fare analisi diverse anche tra specialisti di ciascuna di queste discipline.
Ma ritengo importante che di tali problemi si possa discutere anche tra non specialisti. Ad esempio quando si legge che nel nostro Paese gli atti di violenza sulle donne sono drammaticamente aumentati, io mi chiedo se in termini statistici ciò non sia dovuto al fatto che le norme introdotte nel nostro ordinamento abbiano incoraggiato la denuncia da parte delle vittime di tali reati, tenuto conto che la maggior parte di essi vengono commessi nell´ambito familiare, il più difficile da penetrare.
Tenuto conto che già esistono nel nostro ordinamento leggi abbastanza severe in materia e che gli atti di violenza sulle donne assumono tante modalità diverse e vengono attuati i tanti diversi contesti, mi chiedo se sia necessario pensare a nuove fattispecie di reato o ad aggravanti.
A mio parere sarebbe forse più incisivo accelerare le procedure relative alla condanna del colpevole o dei colpevoli, una volta che la donna abbia trovato il coraggio di denunciare il reato e di affrontare il processo la cui lentezza è cosa nota.
Un´ultima considerazione: mi ha colpito sempre in relazione ai recenti fatti di cronaca l´uso della parola “femminicidio” per indicare una insana concezione del genere femminile come presupposto dell´atto di violenza, diverso dal reato di omicidio.
Non ho dubbi che questo tipo di violenza affondi le sue radici nella discriminazione di genere, in una concezione proprietaria della donna, in un certo maschilismo presente nella nostra società.
Tuttavia mi chiedo: le donne che tra tanti innumerevoli pregi hanno anche quello della fantasia, non potrebbero inventare un´altra parola, avendo istintivamente colto in “femminicidio” una intonazione di disprezzo? Oppure si tratta di una diversa sensibilità generazionale?
Due.
Si discute sul sito di GIULIA di codice deontologico sul femminicidio. Ne parla anche Manuela Mimosa Ravasio.
Tre.
Domanda non polemica, e dettata da reale e colpevole mancanza di informazioni. Cosa prevede di fare il Movimento 5 Stelle sulla questione femminile?

venerdì 27 aprile 2012

MAI PIU' COMPLICI, ma il numero cresce


Cinquantaquattro. L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima vittima si chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto il ponte di una strada statale. I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle.
Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza.
Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace accettare la loro libertà.
E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.
Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla.
Comitato promotore nazionale Senonoraquando, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo-Il Corpo delle Donne
Per adesioni: info at senonoraquando.eu

potete seguire i commenti ed il dibattito:
sul sito di Se non ora quando  
e sui blog Lipperatura e Il corpo delle donne 

Prime adesioni
BLOGGER
Marina Terragni
Govanna Cosenza- Disambiguando
Zeroviolenzadonne
Amedeo Pagliaroli – mente miscellanea
Francesca Sanzo – Panzallaria
Giorgia vezzoli Vitadastreghe
Server donne
Valentina s. blogconsumabili
Unaltrogeneredicomunicazione
Astrid d’Eredità archeologhe che resistono
Rossana Mennulla: FB femminicidio per non restare in silenzio
La rete delle reti
ASSOCIAZIONI
SNOQ CASSINO
SNOQ TORINO
SNOQ MODENA
SNOQ FIRENZE
SNOQ NAPOLI
SNOQ OSIMO
TERRA DI LEI
ASSOCIAZIONI
Comune di Grugliasco
Fabbrica di Nichi SIZIANO
LEGAMBIENTE valdemone
FORUM DONNE ANCONA
Associazione equa mente Roma
Associazione telefono donna Potenza
Associazione laima
Corte delle fate
Donne viola
ONLUS ROMPISILENZIO RIMINI
FISAC CGIL FIRENZE
GIOVANI SEL PAVIA
SERENA ROMANO CORRENTE ROSA
ADESIONI INDIVIDUALI
Carlo Vaccari
Antonella Cappai
Sabrina Ancarola
Michela Gagni
Daniela Grossi
Giuliana Lomoni
Virginia Odoardi
Antonietta d’Emilio
Anna df
Maria Zuccarini
Maura Campo Carnazza
Stefania Baleso
Maria Chiaro Danza
Andrea Morinivecchi
SUNY
Olivia Guaraldo
Nadia Urbinati

MAI PIU’ SENZA DI NOI! Rappresentanza, Democrazia Paritaria, Buona Politica Se Non Ora Quando- Milano 14 Aprile


MAI PIU’ SENZA DI NOI!
Rappresentanza, Democrazia Paritaria, Buona Politica

DOCUMENTO CONCLUSIVO ASSEMBLEA NAZIONALE SNOQ SABATO 14 APRILE,  MILANO, PALAZZO REALE
Sui temi della rappresentanza, della democrazia paritaria e partecipata è necessario avviare una nuova fase nella politica del Paese.
Dopo la grande ondata del 13 febbraio e l’esperienza delle giunte 50e50 che da quel movimento sono nate, oggi è più che mai importante che le donne impongano a questa politica, ancora una volta travolta dagli scandali e segnata dalla propria incapacità di dare una prospettiva al Paese, di rimettere in discussione i vecchi equilibri nella gestione del potere. Noi non pensiamo che le forze politiche siano tutte uguali, né crediamo che il sistema democratico possa farne a meno, però pretendiamo un rinnovamento profondo della politica e delle classi dirigenti, che si declini in primo luogo nel riequilibrio di genere delle rappresentanze, con un’attenzione particolare anche a quello generazionale. Non partiamo da zero: in questi mesi i movimenti delle donne hanno elaborato proposte e riflessioni che hanno trovato una sintesi positiva nell’Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria promosso da alcune associazioni tra le quali Snoq.
L’assemblea ha condiviso alcuni punti sul tema della rappresentanza:
1) LA POLITICA CI PIACE! – l’antipolitica non ci appartiene. Piuttosto vogliamo essere protagoniste della nuova stagione politica che si sta aprendo, partecipando attivamente ad un processo di cambiamento necessario e assumendo responsabilità dirette, insieme agli uomini, nella ridefinizione di un quadro di regole, prassi e contenuti che appare sempre più inadeguato.
2) CAMBIAMENTO A TUTTI I LIVELLI! – Chiediamo che si proceda ad una riqualificazione delle istituzioni della politica a tutti i livelli, dal Parlamento agli Enti Locali.
3) 50E50! Il 50e50 non è una concessione, ma un principio che apre la strada al passaggio da una democrazia dimezzata a una democrazia compiuta.
Entra a questo punto in gioco il problema dell’accesso alla politica per realizzare il 50e50 in ogni luogo in cui si decide, che è l’obiettivo delle donne di Snoq. Crediamo che, in vista delle prossime elezioni politiche, sia necessaria la riforma dell’attuale legge per l’elezione del Parlamento Italiano, un tema posto peraltro anche dalla “lettera ai partiti” promossa da numerose cittadine sul web e sottoscritta da molti Snoq territoriali.
a)    in caso di riforma della legge elettorale, noi chiediamo che si preveda la possibilità del 50e50 ai blocchi di partenza. In un sistema di tipo proporzionale con lista bloccata, le liste elettorali dovranno essere paritarie e prevedere la stretta alternanza di candidati uomini e di candidate donne (con attenzione anche alla composizione della testa di lista). In un sistema di tipo maggioritario, chiediamo un meccanismo di individuazione dei collegi uninominali che garantisca un’equa rappresentanza di genere. Chiediamo che la legge contempli delle sanzioni, sino all’inammissibilità delle liste qualora non venissero rispettati questi criteri.
b)    Se si andrà invece a votare con il sistema attuale, le donne di Snoq avvieranno un’interlocuzione con tutti i partiti ai vari livelli, nazionale, provinciale, territoriale, per chiedere che ciascun partito costruisca le liste paritarie con stretta alternanza di genere. In questo caso, visto che il Porcellum non prevede sanzioni, la “pena” consisterà nell’indicazione di voto, che Snoq indirizzerà verso le liste “virtuose”, che abbiamo cioè recepito contenuti condivisi dai movimenti delle donne.
4) Guardiamo con preoccupazione alla proposta di legge sul riequilibrio delle rappresentanze nei consigli, nelle giunte degli enti locali, nei consigli regionali e nelle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni, cui stanno lavorando alcune e alcuni parlamentari: il testo unico, esaminato in Commissione e approdato in Aula il 26 marzo, non è soddisfacente nella misura in cui non applica principi cogenti di democrazia paritaria. Giudichiamo positivamente gli emendamenti al testo presentati dall’Accordo di Azione Comune, e siamo pronte a denunciare con forza ogni compromesso “al ribasso” in fase di discussione parlamentare, teso a svuotare di efficacia il provvedimento. Crediamo infine che le norme di garanzia sul riequilibrio di genere nelle assemblee elettive e negli organi di governo (locali e nazionali) non bastano se i partiti non si dotano di statuti e regolamenti che da subìto, a partire dalle prossime elezioni, garantiscano l’eleggibilità di donne e uomini alla pari.
5) Costruiremo dei “patti di genere” con le candidate, e poi con le elette, perché le agende politiche di rappresentanza generale contengano la declinazione di tutti i temi cari alle donne e al fine di sancire nuove alleanze tra donne del movimento, dei partiti e delle istituzioni.
6) Patti analoghi saranno stretti con le donne che operano nel campo dell’informazione, perché si dia visibilità ai temi sostenuti dalle candidate più vicine ai movimenti delle donne. In questo quadro generale, ben venga anche la costruzione di patti analoghi con uomini disponibili e responsabili.
7) Sosteniamo la riduzione, con relativa definizione di un tetto di spesa, per i costi delle campagne elettorali. Chiediamo che si proceda al più presto all’approvazione di una nuova legge sul finanziamento/rimborso ai partiti che contempli norme cogenti per la trasparenza nel loro utilizzo, nella loro rendicontazione, e forme di controllo effettive, stabili e autorevoli.
8) Chiediamo l’aumento dal 5% al 10% dell’attuale quota dei rimborsi elettorali destinata a iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica, investendo in particolare sulle nuove generazioni, oggi sottorappresentate nelle istituzioni.

http://www.senonoraquando.eu/
http://laretedellereti.blogspot.it/

martedì 24 aprile 2012

25 Aprile - Volti veri dell'impegno politico delle donne

 


- Partigiane: 35.000
- Patriote: 20.000
- Gruppi di difesa: 70.000 iscritte
- Arrestate, torturate: 4.653
- Deportate: 2.750
- Commissarie di guerra: 512
- Medaglie d'oro: 19
- Medaglie d'argento: 17
- Fucilate o cadute in combattimento: 2.900
Fonte: http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenzadonne.htm


Le donne della resistenza partigiana

domenica 22 aprile 2012

LA NASCITA E IL CAMMINO DI SNOQ NAPOLI


REPORT SULLA NASCITA E SULLA VITA DEL
COMITATO E DELLA RETE  SE NON ORA QUANDO NAPOLI



Null'altro è la politica che cura di sè e del mondo.  Le donne lo sanno. Qui matura la consapevolezza del valore della portata e del taglio della differenza. (Caporossi)

Dopo il successo in città della  manifestazione del 13 proclamata dal gruppo promotore di Roma, fortemente partecipata e condivisa da un vasto popolo di donne e uomini di età diverse e di  varia estrazione politica e sociale, è scattato in una popolazione stanca  di essere mortificata,  un desiderio forte di reagire e di essere visibile e protagonista con una gran voglia di partecipare alle  iniziative territoriali.
 Ci siamo ritrovate  tante, diverse per età, ceto, esperienze  unite dal desiderio di trasformare  un ingiusto modello di sviluppo che,  in nome di uno sfrenato liberismo e di un ottuso potere maschilista, emargina e sottostima le donne,  toglie  la speranza di un futuro dignitoso alla gioventù, riduce spazi di libertà di pensiero e di azione, svuota di significato la democrazia, tende ad accrescere l’isolamento delle persone per  renderle  più insicure e manovrabili. Non si è trattato   solo di esprimere indignazione contro le illegalità e le ingiustizie sociali , di difendere dei diritti  lesi, di fare volontariato contro le inadempienze delle istituzioni, affidando ad altri il controllo politico e istituzionale delle scelte da operare : è emersa  la consapevolezza  di  assumere direttamente responsabilità politica richiamando un riconoscimento rappresentativo dalla società intera in autonomia ed indipendenza dai partiti, insieme con donne singole, con associazioni, con movimenti di base, con gli uomini “amici”. 

A Napoli, dove  la politica al femminile aveva esaurito qualunque slancio e capacità di raccogliere fiducia e partecipazione,  nonostante  si uscisse da un lungo  governo “di sinistra” alla Regione e al Comune, quella domenica, la presenza sorprendente di decine di migliaia di donne (con gli  uomini)  mostrava chiaramente il FORTE bisogno di riappropriarsi della città e della politica al di fuori delle bandiere e dei partiti. Di avere voce e protagonismo.
Di qui la decisione di alcune di noi di raccogliere  quest’esigenza ricreando uno spazio di aggregazione in città come luogo di discontinuità dal passato. Ci siamo autoconvocate  numerose volte in sedi improvvisate (case, studi, associazioni, librerie, caffetterie) in tante, diverse per età, ceto, esperienze, con l’intento di dare una forma organizzata alla richiesta di una nuova maniera di attivare la politica al femminile con cornici da ridefinire,  con linguaggi da trasformare, con strumenti innovativi.

 Per contrastare la cultura della sopraffazione e del disprezzo verso le donne abbiamo condiviso i temi Snoq a cui avevamo aderito: il Lavoro (posto in alternativa al lavoro di cura e  contro la Precarietà del lavoro e nel lavoro), la Maternità  come libera scelta, l’importanza della dignità della donna rispetto alla sua  Immagine e Rappresentazione, contro gli stereotipi  veicolati dai media, una Rappresentanza politica e dirigenziale rispettosa della presenza quantitativa delle donne  e delle competenze di genere.

 Un comitato SNOQ a Napoli, in sintonia  con il gruppo promotore romano, poteva  giustamente sentirsi  autorizzato ad  occupare questo spazio  d’intervento sociale.
Di qui i nostri incontri con esponenti del Comitato Promotore Nazionale anche a Maggio in occasione dello spettacolo “Libere” al Sannazaro, dove avremmo presentato   la nostra RETE SNOQ Napoli  reale e virtuale, che avevamo  inaugurato su Facebook

Nel frattempo la realtà locale ci richiamava a temi forti e simbolici per la città:   l’affare “rifiuti” in particolare vedeva le donne napoletane impegnate in prima linea nel respingere le speculazioni, le lobby, la camorra affermando nella lotta per la difesa democratica del territorio e della salute la propria lotta di  “liberazione” degli spazi  di vivibilità necessari ad una cittadinanza  dignitosa. La pratica dei presìdi cittadini  con obbiettivi concreti da raggiungere, andava evidenziando un esempio di metodologia partecipativa dove veniva invertita  la logica e la finalità di  scelte  economiche e sociali istituzionali, nella  consapevolezza del significato eversivo che queste azioni rappresentavano rispetto al modello di sviluppo imposto dagli speculatori. Significativa la solidarietà scattata da parte delle organizzazioni ambientaliste napoletane e nazionali, l’onda d’indignazione espressa dalle tante donne di SNOQ, da Milano alla Sicilia, pronte ad unirsi a noi contro il tentativo governativo di mortificare i napoletani ed annullarne ogni progettualità futura.

Nel nuovo  laboratorio cittadino, tra l’altro,  abbiamo partecipato a giugno  con il nostro gazebo alle iniziative popolari per i REFERENDUM  contro la privatizzazione dell’acqua pubblica, per la difesa della salute collettiva e la sperimentazione  di energie alternative, condividendo nelle piazze la speranza di una svolta nella gestione dell’amministrazione della città centrata sulla  valorizzazione della qualità della vita  delle persone. In questa occasione abbiamo raccolto molte adesioni popolari e abbiamo   riscontrato  un luogo di convergenza col neo eletto sindaco De Magistris. I risultati positivi delle Elezioni Amministrative e Referendarie, a cui come movimento abbiamo dato un contributo determinante, ci hanno sostenuto  nel  credere che un processo di trasformazione culturale e sociale della città e del paese fuori dai partiti fosse oramai in atto.
Contemporaneamente sulla nostra rete virtuale si era rapidamente estesa la partecipazione di tantissime donne che denunciavano storie di discriminazione, di grave precarietà  e contemporaneamente desideri di vivibilità diversa nella città e in famiglia; negli incontri e sul web  si richiedeva soprattutto una chiara autonomia di pensiero e nuove forme di comunicazione per la  mobilitazione del Movimento anche sulle problematiche territoriali.

Consolidate numerose adesioni sulla piattaforma e assimilati  i documenti snoq nazionali, integrati con linee di pensiero e di azioni locali, a fine maggio si è costituito il Comitato  Snoq Napoli, dal quale è partita l’iniziativa di incontro pubblico presso la libreria Feltrinelli, dove  tra più di 120 donne abbiamo presentato alla  città insieme a Francesca Izzo del Comitato Promotore Nazionale  il  Comitato Se Non Ora Quando Napoli.  Si era alla vigilia dell’incontro nazionale di Siena,  “ Verso un Paese per Donne” che  è stato presentato alla città .

A Siena, oltre la presenza di una ventina di donne attive del Comitato, abbiamo portato la volontà decisa di operare  con tutte le altre quel cambiamento radicale del paese, possibile solo attraverso il riconoscimento di una presenza autorevole e riconosciuta delle donne  nei  luoghi istituzionali e in quelli privati (non solo quantitativo), il loro rispetto nella organizzazione del vivere quotidiano e  nella rappresentazione mediatica. In particolare il nostro documento indicava  gli obbiettivi immediati da perseguire:
-sulla precarietà:estensione del le tutele di retribuzione, di malattia, di maternità, di orario sul lavoro a tutte le figure di lavoro atipico;
 -sulla maternità: sviluppo del la conciliazione dei tempi di lavoro utilizzando i fondi recuperati dall’aumento dell’età pensionabile per le donne; estensione della tutela di maternità alla paternità, a carico della fiscalità generale  e non delle aziende
-sui messaggi mediatici e pubblicitari riguardanti il corpo e l’immagine della donna:organizzazione di  un osservatorio, di  campagne di denuncia (IAP), di  boicottaggio sui linguaggi offensivi o stereotipati squalificanti il genere femminile
Dalla vivacissima assemblea aperta di Siena abbiamo raccolto la consegna: allargare la rete, passare dal virtuale al reale, raccogliere e valorizzare in modo stabile e organizzato le competenze delle Donne sul proprio territorio locale, dando priorità all’ autonomia del movimento, all’inclusione ed alla trasversalità tra tutte le donne .

In effetti la rivoluzione comunicativa rappresentata dal web, da facebook  aveva  innescato un meccanismo partecipativo  ed informativo estesissimo; la formazione di una rete libera che aveva messo in contatto realtà diversissime fino a quel momento poco conosciute ed isolate, una pluralità di situazioni e di livelli di consapevolezza . Tuttavia non bastava  la rete né la forza della trasversalità per trasformare i bisogni  in coscienza politica collettiva e per avviare  la costruzione di un progetto di trasformazione del paese. La TRASVERSALITA’ necessaria ed utile nel momento dell’ aggregazione sui bisogni e sui diritti può  diventare un fattore frenante ed ambiguo quando si punta alla rifondazione della visione del mondo, volendo incidere sui valori dell’etica, sui meccanismi dell’organizzazione del lavoro, sulla vita.
Se è vero che la crisi del nostro paese e delle donne in particolare ha una paternità nel  modello  di potere economico e finanziario che ci governa   e nel  sistema di valori maschilisti  imposti autoritariamente, per invertire la rotta bisogna  che il movimento si trasformi in un soggetto politico consapevole degli OBBIETTIVI strategici necessari al cambiamento e delle ALLEANZE da costruire sul territorio   con quelle forze sociali e istituzionali impegnate in un condiviso progetto di vita.

A settembre ha preso corpo la  scelta di  coordinare meglio i  400 e più contatti via mail, e altrettanti su la nostra pagina FB, che avevamo tesaurizzato durante i nostri incontri di maggio, giugno e luglio in diversi luoghi della città, e di inviare report  periodici per informare e per condividere iniziative  del Movimento. Sono state inviate schede di adesione/partecipazione per  raccogliere competenze/capacità, interessi e proposte per attivare interventi territoriali condivisi.  
Il 6 settembre  si  è  decisa la partecipazione  allo sciopero indetto dalla CGIL contro la manovra del governo che condannava  il paese alla recessione economica ed al declino civile , ma con la specificità delle  nostre parole.
Si è programmato poi  un periodo  di approfondimento e di incontri centrato sulla CEDAW Convenzione per l’eliminazione delle discriminazioni  contro le donne e sull’intreccio tra le tematiche proprie di SNOQ e i suoi obbiettivi. Ci siamo dunque fatte   promotrici di un’ Assemblea  cittadina presso la Sala consiliare del Comune con l’eventoVerso un Paese per Donne. New York chiama: come risponde l’Italia ?  Presenti numerose giornaliste, rappresentanti di centri antiviolenza, assessore e consigliere/i del Comune, dirigenti delle ASL, di associazioni femminili storiche della città e di sindacati,  dopo le denunce  sollevate dal Rapporto Ombra a New York, abbiamo insieme rilevato le gravi ed estese condizioni discriminatorie vissute ancor più dalle donne al  sud,  in Campania, aggravate dall’ ultima  stangata del governo. Abbiamo individuato  gli ambiti nei quali costruire un’agenda politica delle donne da condividere con le realtà territoriali in movimento e con le istituzioni pubbliche sensibili, attivando laboratori sui temi Snoq strettamente legati ai temi discriminanti denunciati dalla CEDAW, suddividendo l’assemblea in 3 gruppi di lavoro su: Immagine delle donne nei media e nella pubblicità; welfare, lavoro  e beni comuni; rappresentanza e democrazia diretta .
A settembre  ci siamo ritrovate in piazza, donne delle istituzioni e dei movimenti per la manifestazione  “il Welfare non è un lusso “, contro  i tagli del governo al welfare ed ai finanziamenti sociali, quale presupposto per la liberazione delle donne dagli oneri familiari non retribuiti.

Con lo spirito di scrivere un’agenda politica di genere condivisa con le donne incontrate  abbiamo partecipato all’incontro nazionale  romano di SNOQ del 2 ottobre, ritenendo di interpretare  e riportare una modalità plurale e condivisa  di costruzione dal basso   del nostro Comitato a Napoli. Ci sembrava corretto richiedere un’iniziativa nazionale di SNOQ contro la politica economico-sociale del governo;di aderire alla manifestazione   del 15 ottobre, dove si sarebbe radunato  un  vastissimo e variegato  movimento  intergenerazionale, composto da donne e uomini diversi, espressioni di specificità  religiose, sindacali, istituzionali, civiche, autonome, convergente  nell’opposizione alla PRECARIETA .  ESSERCI con le nostre specificità e la nostra “differenza” all’interno di una pluralità di soggetti, ci sembrava legittimasse la svolta democratica agognata, verso un paese  a misura delle componenti sociali escluse o emarginate, delle donne  e dei giovani in particolare.

La scelta della non adesione da parte del CP alla vigilia del 15 e giustificata dalla necessità di salvaguardare l’autonomia e l’identità di SNOQ, ci ha trovate in disaccordo. Si è aperto tra di noi e con il CP di Roma un dissenso su metodi decisionali  e sulle opportunità politiche, sulle pratiche del consenso e sul rispetto delle differenze. Un dibattito che  si è riacceso quando ci è stato comunicata  la decisione di una manifestazione nazionale il l’11 dicembre, in una fase di incertezza istituzionale e politica, che rendeva ancora non chiaro se una discontinuità si potesse realizzare nei confronti del governo uscente, non secondariamente, in quale direzione il nuovo esecutivo andasse a definire  le soluzioni economiche contro la crisi finanziaria.
 Nella indiscutibile autorevolezza ed attendibilità formale, le nuove  figure dei tecnocrati si presentavano da subito come   l’espressione diretta della filosofia dei mercati, delle manovre finanziarie e bancarie  fondate sull’aumento iniquo degli oneri fiscali, sulla riduzione dei margini di democrazia, sulla privatizzazione dei beni comuni.

 Al di là dei dissensi abbiamo comunque organizzato un pullman e  abbiamo partecipato  a Piazza del Popolo  alla manifestazione”MAI PIU CONTRO DI NOI, MAI PIU SENZA DI NOI” per testimoniare la nostra presenza accanto alle altre, per ribadire il nostro no al pagamento punitivo di debiti mai contratti, no ad un prolungamento dei tempi di pensione senza sconti, no  ai  tagli al welfare, no alla discriminazione sul mercato del lavoro, no alla flessibilità come anticamera della precarietà, no all’esclusione dai ruoli politici e istituzionali dirigenziali delle donne.                                      
Con questi contenuti  abbiamo organizzato subito dopo  l’assemblea cittadina  del 13  dicembre alla “Città del Sole”, per riportare i temi di Roma  e lì  in un interessante  confronto con donne di scienza e intellettuali, artiste, associazioni, istituzioni, movimenti di singole e di organizzazioni femminili  abbiamo raccolto proposte e occasioni di collaborazione che hanno rinforzato la partecipazione a tematiche comuni.

Molti di questi momenti sono stati accompagnati da documenti, video, foto; alcuni sono su Facebook altri sono conservati nella galleria-snoq-napoli. Man mano che aumentava la mailing list sono state  inviate mail di informazione/invito e sono stati mantenuti vivi via mail vari contatti/rapporti.
Successivamente è stata aperta  su Fb  la pagina ufficiale del Comitato Snoq napoli  e e poi ancora il  nostro BLOG SNOQNAPOLI in rete con tanti Comitati territoriali e reti di donne in rete.

Negli incontri con le nuove amiche di cammino,  emergeva sempre più  forte il messaggio di  bisogno di  discontinuità rispetto alle politiche dei partiti e  di disponi-bilità alla partecipazione  attiva  con una modalità virata  verso la concretezza  degli interventi sul territorio e l’espansione del Movimento.

Un ampio e significativo consenso abbiamo raccolto durante la preparazione della giornata  internazionale contro la Violenza alle donne, il 25 novembre, che ci ha visto protagoniste  di svariate attività in città :
 nelle scuole, dove  si è iniziato un percorso di informazione/sensibilizzazione sul tema della violenza di genere  incontrando le ragazze e i ragazzi del Liceo Vico per  una mattinata con video, letture, interventi, discussione; sul territorio, davanti alla Galleria Umberto,  dove si è effettuato  un FLASH MOB con le ragazze del Liceo Villari  estremamente partecipato; all’interno della sede municipale  dove il Consiglio comunale  aveva indetto una assemblea  monotematica sulla violenza alle donne; infine nella sede di Evaluna dove era stata montata la  Mostra fotografica sul Movimento Snoq della fotografa del ns Comitato  Eliana Esposito. 
Successivamente il 26 gennaio, quando ci siamo  ancora ritrovate  in piazza per manifestare con tutta Italia nello stesso momento con “ Mille e mille fiaccole per Stefania ed Enza  il nostro Basta! all’assassinio delle donne! Il nostro No! ad una VIOLENZA che non ha colore, né passaporto, non è una emergenzama la radicalizzazione di un conflitto in un contesto di crisi delle relazioni economiche, di frattura dei sistemi di regolazione sociale e dei patti generazionali che rendono intollerabili l’autonomia e la libertà della donna .E’ questo un terreno sul quale andava e  va urgentemente coltivata un’iniziativa oltre che repressiva, preventiva,  formativa e culturale permanente, rivolta verso le donne e ancor più verso gli uomini .Hanno aderito alla nostra iniziativa SNOQ Napoli, il Comitato Se Non Ora Quando Castellamare di Stabia, l'associazione Filomena-la Rete delle Donne, l'Ass.ne  Le Kassandre, l' U.D.I Napoli, S.E.L. Campania, l'Ass.ne Maschile Plurale-Napoli, Arcilesbica Napoli, l'Ass.ne TerradiLei-shg.

Dopo la pausa natalizia per  riprendere l’ attività  del Comitato e dei gruppi di lavoro, abbiamo organizzato  a metà gennaio un’Assemblea aperta SNOQ Napoli per allargare il Coordinamento ad altre compagne di cammino, per  chiarire e definire modalità e  tempi  di lavoro,  per puntualizzare le scadenze vicine ed intermedie per darci delle regole funzionali ad una struttura elastica, democratica, accogliente ed insieme autorevole ed efficiente.
Il primo impegno pubblico nel nuovo anno è stato caratterizzato dalla nostra  partecipazione  al “ Forum dei Comuni per i   Beni Comuni “ organizzato a Napoli dal nostro sindaco; abbiamo costituito due gruppi di lavoro condividendo la finalità dell’ appello di De Magistris  alla società civile, alle istituzioni ed ai movimenti  “per partecipare  attivamente all’elaborazione  ed allo sviluppo di un modello economico e sociale a misura delle persone, a difesa dei Beni Comuni, alternativo alla ricetta liberista imposta all’Europa dai mercati e dalle banche”. Siamo intervenute al tavolo dei Beni Comuni, a quello delle politiche del Welfare su diritti, lavoro e integrazione  migranti,  a quello per l’Ambiente e nuovi Modelli urbani.   Abbiamo avvertito la valenza della identità nella solidarietà e nella collaborazione insita  nella difesa comune dei beni che devono restare pubblici, evidenziando  il ruolo essenziale delle donne per uscire dalla crisi  e realizzare  una piena democrazia nel paese, riconoscendone  e rivalutandone  saperi, competenze, capacità  e creatività  nell’ambito produttivo, riproduttivo, familiare, culturale e di comunità.
L’iscrizione al successivo “Forum Comunale dei Diritti e delle Pari Opportunità per tutti” del Comitato SNOQ Napoli  ha  raccolto la partecipazione  di oltre 170 concittadine/i.
I gruppi di lavoro sulla “Immagine e rappresentazione della donna” e sulla “Rappresentanza” riprendevano ad incontrarsi, producendo elaborazioni ed iniziative organizzative, con il contributo di nuove aderenti
Il 23 febbraio abbiamo partecipato alla giornata nazionale di manifestazione sotto le prefetture contro le “dimissioni in bianco”
In occasione dell’ 8 marzo, nella sede Municipale di Napoli, abbiamo lanciato un Bando di Concorso  per gli istituti di diverso grado della città su “La pubblicità ed il corpo-oggetto: un altro modo esiste”, con il patrocinio degli assessorati del Comune di Napoli alla Scuola ed alle Pari Opportunità e della Consulta delle Elette, per rappresentare simbolicamente la lotta di liberazione della donna da ogni tipo di violenza, in particolare dagli stereotipi sessisti imposti dalla pubblicità dominante , fortemente determinanti il propagarsi della cultura della violenza .
 Questa iniziativa rientra nel  nostro progetto di mantenere il massimo di attenzione sulla violenza alle donne non come questione “femminile” ma come problema  relazionale uomo/donna  che  passa attraverso istituzioni, saperi, linguaggi, norme morali, mezzi di comunicazione  visivi, testi scolastici, pubblicità.
La partecipazione all’evento del Sindaco, dei rappresentanti istituzionali, di consigliere/i, di docenti di vari livelli, di allieve/i, di giornaliste/i, di associazioni di genitori e la presenza di Francesca Izzo, membro del CP nazionale di SNOQ,   testimonia  l’interesse per la tematica proposta e  la convinzione della validità culturale ed innovatrice dell’intervento .   
Un percorso educativo e didattico in corso in questi giorni con i docenti e gli allievi degli istituti che si sono iscritti - 19 tra scuole elementari, medie, superiori,  Università Federico II, Suor Orsola Benincasa, l’Accademia delle Belle arti-  si concluderà a fine maggio con la premiazione dei   migliori, l’esposizione pubblica di tutti i lavori prodotti, un incontro-dibattito con esperti della comunicazione delle  immagini.
Il 18 Marzo a Roma abbiamo partecipato con un nostro intervento all’incontro nazionale dei Comitati  SNOQ con lo scopo di consolidare il rapporto  con gli altri comitati con cui eravamo in rete via web e di evidenziare la necessità di una condivisione dei processi decisionali, per elaborare, col contributo delle istanze territoriali la piattaforma nazionale.
Intanto il gruppo di lavoro sulla Rappresentanza, si è cimentato sui temi  della partecipazione democratica  delle donne alla politica attiva, della trasparenza, della  presenza necessaria delle donne nelle sedi elettive (50%) con la forza ed il fardello della cultura della differenza, consegnando al convegno nazionale di Milano il contributo alle sperimentazioni  di democrazia partecipata in corso a Napoli, in sintonia con momenti di convergenza  con le rappresentanti istituzionali della municipalità , con le quali si è aperto un canale di collaborazione . Da sottolineare i contatti con le assessore del comune tutte impegnate per la rappresentanza ed  il riequilibrio di genere, con la consigliera alle Pari opportunità della Provincia di Napoli sul tema specifico della   “RAPPRESENTANZA” anche in vista di alcune importanti tornate elettorali in comuni di rilevanza  sul territorio Campano.
Abbiamo voluto disegnare  la nostra identità costruita faticosamente ma con entusiasmo  in questo lungo anno  a Napoli, volendo così interpretare  e condividere  disegni  e  strategie presenti negli altri Comitati e nel Gruppo Promotore Romano .
La diversità è una ricchezza, è vero! Tuttavia  ribadiamo quanto sostenuto nell’incontro romano del 18 marzo:è necessario condividere i processi decisionali e raccogliere le istanze territoriali  se si vuole elaborare una piattaforma ed  una linea  comune. E’ solo con una democrazia partecipata che si rafforza il senso di appartenenza ed il vantaggio collettivo di un Bene Comune:e per noi SNOQ è un Bene Comune


(fra un po' inseriremo i link e le foto)