venerdì 27 aprile 2012

MAI PIU' COMPLICI, ma il numero cresce


Cinquantaquattro. L’Italia rincorre primati: sono cinquantaquattro, dall’inizio di questo 2012, le donne morte per mano di uomo. L’ultima vittima si chiama Vanessa, 20 anni, siciliana, strangolata e ritrovata sotto il ponte di una strada statale. I nomi, l’età, le città cambiano, le storie invece si ripetono: sono gli uomini più vicini alle donne a ucciderle.
Le notizie li segnalano come omicidi passionali, storie di raptus, amori sbagliati, gelosia. La cronaca li riduce a trafiletti marginali e il linguaggio le uccide due volte cancellando, con le parole, la responsabilità. E’ ora invece di dire basta e chiamare le cose con il loro nome, di registrare, riconoscere e misurarsi con l’orrore di bambine, ragazze, donne uccise nell’indifferenza.
Queste violenze sono crimini, omicidi, anzi FEMMINICIDI. E’ tempo che i media cambino il segno dei racconti e restituiscano tutti interi i volti, le parole e le storie di queste donne e soprattutto la responsabilità di chi le uccide perché incapace accettare la loro libertà.
E ancora una volta come abbiamo già fatto un anno fa, il 13 febbraio, chiediamo agli uomini di camminare e mobilitarsi con noi, per cercare insieme forme e parole nuove capaci di porre fine a quest’orrore. Le ragazze sulla rete scrivono: con il sorriso di Vanessa viene meno un pezzo d’Italia. Un paese che consente la morte delle donne è un paese che si allontana dall’Europa e dalla civiltà.
Vogliamo che l’Italia si distingua per come sceglie di combattere la violenza contro le donne e non per l’inerzia con la quale, tacendo, sceglie di assecondarla.
Comitato promotore nazionale Senonoraquando, Loredana Lipperini, Lorella Zanardo-Il Corpo delle Donne
Per adesioni: info at senonoraquando.eu

potete seguire i commenti ed il dibattito:
sul sito di Se non ora quando  
e sui blog Lipperatura e Il corpo delle donne 

Prime adesioni
BLOGGER
Marina Terragni
Govanna Cosenza- Disambiguando
Zeroviolenzadonne
Amedeo Pagliaroli – mente miscellanea
Francesca Sanzo – Panzallaria
Giorgia vezzoli Vitadastreghe
Server donne
Valentina s. blogconsumabili
Unaltrogeneredicomunicazione
Astrid d’Eredità archeologhe che resistono
Rossana Mennulla: FB femminicidio per non restare in silenzio
La rete delle reti
ASSOCIAZIONI
SNOQ CASSINO
SNOQ TORINO
SNOQ MODENA
SNOQ FIRENZE
SNOQ NAPOLI
SNOQ OSIMO
TERRA DI LEI
ASSOCIAZIONI
Comune di Grugliasco
Fabbrica di Nichi SIZIANO
LEGAMBIENTE valdemone
FORUM DONNE ANCONA
Associazione equa mente Roma
Associazione telefono donna Potenza
Associazione laima
Corte delle fate
Donne viola
ONLUS ROMPISILENZIO RIMINI
FISAC CGIL FIRENZE
GIOVANI SEL PAVIA
SERENA ROMANO CORRENTE ROSA
ADESIONI INDIVIDUALI
Carlo Vaccari
Antonella Cappai
Sabrina Ancarola
Michela Gagni
Daniela Grossi
Giuliana Lomoni
Virginia Odoardi
Antonietta d’Emilio
Anna df
Maria Zuccarini
Maura Campo Carnazza
Stefania Baleso
Maria Chiaro Danza
Andrea Morinivecchi
SUNY
Olivia Guaraldo
Nadia Urbinati

MAI PIU’ SENZA DI NOI! Rappresentanza, Democrazia Paritaria, Buona Politica Se Non Ora Quando- Milano 14 Aprile


MAI PIU’ SENZA DI NOI!
Rappresentanza, Democrazia Paritaria, Buona Politica

DOCUMENTO CONCLUSIVO ASSEMBLEA NAZIONALE SNOQ SABATO 14 APRILE,  MILANO, PALAZZO REALE
Sui temi della rappresentanza, della democrazia paritaria e partecipata è necessario avviare una nuova fase nella politica del Paese.
Dopo la grande ondata del 13 febbraio e l’esperienza delle giunte 50e50 che da quel movimento sono nate, oggi è più che mai importante che le donne impongano a questa politica, ancora una volta travolta dagli scandali e segnata dalla propria incapacità di dare una prospettiva al Paese, di rimettere in discussione i vecchi equilibri nella gestione del potere. Noi non pensiamo che le forze politiche siano tutte uguali, né crediamo che il sistema democratico possa farne a meno, però pretendiamo un rinnovamento profondo della politica e delle classi dirigenti, che si declini in primo luogo nel riequilibrio di genere delle rappresentanze, con un’attenzione particolare anche a quello generazionale. Non partiamo da zero: in questi mesi i movimenti delle donne hanno elaborato proposte e riflessioni che hanno trovato una sintesi positiva nell’Accordo di Azione Comune per la Democrazia Paritaria promosso da alcune associazioni tra le quali Snoq.
L’assemblea ha condiviso alcuni punti sul tema della rappresentanza:
1) LA POLITICA CI PIACE! – l’antipolitica non ci appartiene. Piuttosto vogliamo essere protagoniste della nuova stagione politica che si sta aprendo, partecipando attivamente ad un processo di cambiamento necessario e assumendo responsabilità dirette, insieme agli uomini, nella ridefinizione di un quadro di regole, prassi e contenuti che appare sempre più inadeguato.
2) CAMBIAMENTO A TUTTI I LIVELLI! – Chiediamo che si proceda ad una riqualificazione delle istituzioni della politica a tutti i livelli, dal Parlamento agli Enti Locali.
3) 50E50! Il 50e50 non è una concessione, ma un principio che apre la strada al passaggio da una democrazia dimezzata a una democrazia compiuta.
Entra a questo punto in gioco il problema dell’accesso alla politica per realizzare il 50e50 in ogni luogo in cui si decide, che è l’obiettivo delle donne di Snoq. Crediamo che, in vista delle prossime elezioni politiche, sia necessaria la riforma dell’attuale legge per l’elezione del Parlamento Italiano, un tema posto peraltro anche dalla “lettera ai partiti” promossa da numerose cittadine sul web e sottoscritta da molti Snoq territoriali.
a)    in caso di riforma della legge elettorale, noi chiediamo che si preveda la possibilità del 50e50 ai blocchi di partenza. In un sistema di tipo proporzionale con lista bloccata, le liste elettorali dovranno essere paritarie e prevedere la stretta alternanza di candidati uomini e di candidate donne (con attenzione anche alla composizione della testa di lista). In un sistema di tipo maggioritario, chiediamo un meccanismo di individuazione dei collegi uninominali che garantisca un’equa rappresentanza di genere. Chiediamo che la legge contempli delle sanzioni, sino all’inammissibilità delle liste qualora non venissero rispettati questi criteri.
b)    Se si andrà invece a votare con il sistema attuale, le donne di Snoq avvieranno un’interlocuzione con tutti i partiti ai vari livelli, nazionale, provinciale, territoriale, per chiedere che ciascun partito costruisca le liste paritarie con stretta alternanza di genere. In questo caso, visto che il Porcellum non prevede sanzioni, la “pena” consisterà nell’indicazione di voto, che Snoq indirizzerà verso le liste “virtuose”, che abbiamo cioè recepito contenuti condivisi dai movimenti delle donne.
4) Guardiamo con preoccupazione alla proposta di legge sul riequilibrio delle rappresentanze nei consigli, nelle giunte degli enti locali, nei consigli regionali e nelle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni, cui stanno lavorando alcune e alcuni parlamentari: il testo unico, esaminato in Commissione e approdato in Aula il 26 marzo, non è soddisfacente nella misura in cui non applica principi cogenti di democrazia paritaria. Giudichiamo positivamente gli emendamenti al testo presentati dall’Accordo di Azione Comune, e siamo pronte a denunciare con forza ogni compromesso “al ribasso” in fase di discussione parlamentare, teso a svuotare di efficacia il provvedimento. Crediamo infine che le norme di garanzia sul riequilibrio di genere nelle assemblee elettive e negli organi di governo (locali e nazionali) non bastano se i partiti non si dotano di statuti e regolamenti che da subìto, a partire dalle prossime elezioni, garantiscano l’eleggibilità di donne e uomini alla pari.
5) Costruiremo dei “patti di genere” con le candidate, e poi con le elette, perché le agende politiche di rappresentanza generale contengano la declinazione di tutti i temi cari alle donne e al fine di sancire nuove alleanze tra donne del movimento, dei partiti e delle istituzioni.
6) Patti analoghi saranno stretti con le donne che operano nel campo dell’informazione, perché si dia visibilità ai temi sostenuti dalle candidate più vicine ai movimenti delle donne. In questo quadro generale, ben venga anche la costruzione di patti analoghi con uomini disponibili e responsabili.
7) Sosteniamo la riduzione, con relativa definizione di un tetto di spesa, per i costi delle campagne elettorali. Chiediamo che si proceda al più presto all’approvazione di una nuova legge sul finanziamento/rimborso ai partiti che contempli norme cogenti per la trasparenza nel loro utilizzo, nella loro rendicontazione, e forme di controllo effettive, stabili e autorevoli.
8) Chiediamo l’aumento dal 5% al 10% dell’attuale quota dei rimborsi elettorali destinata a iniziative volte ad accrescere la partecipazione attiva delle donne alla politica, investendo in particolare sulle nuove generazioni, oggi sottorappresentate nelle istituzioni.

http://www.senonoraquando.eu/
http://laretedellereti.blogspot.it/

martedì 24 aprile 2012

25 Aprile - Volti veri dell'impegno politico delle donne

 


- Partigiane: 35.000
- Patriote: 20.000
- Gruppi di difesa: 70.000 iscritte
- Arrestate, torturate: 4.653
- Deportate: 2.750
- Commissarie di guerra: 512
- Medaglie d'oro: 19
- Medaglie d'argento: 17
- Fucilate o cadute in combattimento: 2.900
Fonte: http://www.storiaxxisecolo.it/Resistenza/resistenzadonne.htm


Le donne della resistenza partigiana

domenica 22 aprile 2012

LA NASCITA E IL CAMMINO DI SNOQ NAPOLI


REPORT SULLA NASCITA E SULLA VITA DEL
COMITATO E DELLA RETE  SE NON ORA QUANDO NAPOLI



Null'altro è la politica che cura di sè e del mondo.  Le donne lo sanno. Qui matura la consapevolezza del valore della portata e del taglio della differenza. (Caporossi)

Dopo il successo in città della  manifestazione del 13 proclamata dal gruppo promotore di Roma, fortemente partecipata e condivisa da un vasto popolo di donne e uomini di età diverse e di  varia estrazione politica e sociale, è scattato in una popolazione stanca  di essere mortificata,  un desiderio forte di reagire e di essere visibile e protagonista con una gran voglia di partecipare alle  iniziative territoriali.
 Ci siamo ritrovate  tante, diverse per età, ceto, esperienze  unite dal desiderio di trasformare  un ingiusto modello di sviluppo che,  in nome di uno sfrenato liberismo e di un ottuso potere maschilista, emargina e sottostima le donne,  toglie  la speranza di un futuro dignitoso alla gioventù, riduce spazi di libertà di pensiero e di azione, svuota di significato la democrazia, tende ad accrescere l’isolamento delle persone per  renderle  più insicure e manovrabili. Non si è trattato   solo di esprimere indignazione contro le illegalità e le ingiustizie sociali , di difendere dei diritti  lesi, di fare volontariato contro le inadempienze delle istituzioni, affidando ad altri il controllo politico e istituzionale delle scelte da operare : è emersa  la consapevolezza  di  assumere direttamente responsabilità politica richiamando un riconoscimento rappresentativo dalla società intera in autonomia ed indipendenza dai partiti, insieme con donne singole, con associazioni, con movimenti di base, con gli uomini “amici”. 

A Napoli, dove  la politica al femminile aveva esaurito qualunque slancio e capacità di raccogliere fiducia e partecipazione,  nonostante  si uscisse da un lungo  governo “di sinistra” alla Regione e al Comune, quella domenica, la presenza sorprendente di decine di migliaia di donne (con gli  uomini)  mostrava chiaramente il FORTE bisogno di riappropriarsi della città e della politica al di fuori delle bandiere e dei partiti. Di avere voce e protagonismo.
Di qui la decisione di alcune di noi di raccogliere  quest’esigenza ricreando uno spazio di aggregazione in città come luogo di discontinuità dal passato. Ci siamo autoconvocate  numerose volte in sedi improvvisate (case, studi, associazioni, librerie, caffetterie) in tante, diverse per età, ceto, esperienze, con l’intento di dare una forma organizzata alla richiesta di una nuova maniera di attivare la politica al femminile con cornici da ridefinire,  con linguaggi da trasformare, con strumenti innovativi.

 Per contrastare la cultura della sopraffazione e del disprezzo verso le donne abbiamo condiviso i temi Snoq a cui avevamo aderito: il Lavoro (posto in alternativa al lavoro di cura e  contro la Precarietà del lavoro e nel lavoro), la Maternità  come libera scelta, l’importanza della dignità della donna rispetto alla sua  Immagine e Rappresentazione, contro gli stereotipi  veicolati dai media, una Rappresentanza politica e dirigenziale rispettosa della presenza quantitativa delle donne  e delle competenze di genere.

 Un comitato SNOQ a Napoli, in sintonia  con il gruppo promotore romano, poteva  giustamente sentirsi  autorizzato ad  occupare questo spazio  d’intervento sociale.
Di qui i nostri incontri con esponenti del Comitato Promotore Nazionale anche a Maggio in occasione dello spettacolo “Libere” al Sannazaro, dove avremmo presentato   la nostra RETE SNOQ Napoli  reale e virtuale, che avevamo  inaugurato su Facebook

Nel frattempo la realtà locale ci richiamava a temi forti e simbolici per la città:   l’affare “rifiuti” in particolare vedeva le donne napoletane impegnate in prima linea nel respingere le speculazioni, le lobby, la camorra affermando nella lotta per la difesa democratica del territorio e della salute la propria lotta di  “liberazione” degli spazi  di vivibilità necessari ad una cittadinanza  dignitosa. La pratica dei presìdi cittadini  con obbiettivi concreti da raggiungere, andava evidenziando un esempio di metodologia partecipativa dove veniva invertita  la logica e la finalità di  scelte  economiche e sociali istituzionali, nella  consapevolezza del significato eversivo che queste azioni rappresentavano rispetto al modello di sviluppo imposto dagli speculatori. Significativa la solidarietà scattata da parte delle organizzazioni ambientaliste napoletane e nazionali, l’onda d’indignazione espressa dalle tante donne di SNOQ, da Milano alla Sicilia, pronte ad unirsi a noi contro il tentativo governativo di mortificare i napoletani ed annullarne ogni progettualità futura.

Nel nuovo  laboratorio cittadino, tra l’altro,  abbiamo partecipato a giugno  con il nostro gazebo alle iniziative popolari per i REFERENDUM  contro la privatizzazione dell’acqua pubblica, per la difesa della salute collettiva e la sperimentazione  di energie alternative, condividendo nelle piazze la speranza di una svolta nella gestione dell’amministrazione della città centrata sulla  valorizzazione della qualità della vita  delle persone. In questa occasione abbiamo raccolto molte adesioni popolari e abbiamo   riscontrato  un luogo di convergenza col neo eletto sindaco De Magistris. I risultati positivi delle Elezioni Amministrative e Referendarie, a cui come movimento abbiamo dato un contributo determinante, ci hanno sostenuto  nel  credere che un processo di trasformazione culturale e sociale della città e del paese fuori dai partiti fosse oramai in atto.
Contemporaneamente sulla nostra rete virtuale si era rapidamente estesa la partecipazione di tantissime donne che denunciavano storie di discriminazione, di grave precarietà  e contemporaneamente desideri di vivibilità diversa nella città e in famiglia; negli incontri e sul web  si richiedeva soprattutto una chiara autonomia di pensiero e nuove forme di comunicazione per la  mobilitazione del Movimento anche sulle problematiche territoriali.

Consolidate numerose adesioni sulla piattaforma e assimilati  i documenti snoq nazionali, integrati con linee di pensiero e di azioni locali, a fine maggio si è costituito il Comitato  Snoq Napoli, dal quale è partita l’iniziativa di incontro pubblico presso la libreria Feltrinelli, dove  tra più di 120 donne abbiamo presentato alla  città insieme a Francesca Izzo del Comitato Promotore Nazionale  il  Comitato Se Non Ora Quando Napoli.  Si era alla vigilia dell’incontro nazionale di Siena,  “ Verso un Paese per Donne” che  è stato presentato alla città .

A Siena, oltre la presenza di una ventina di donne attive del Comitato, abbiamo portato la volontà decisa di operare  con tutte le altre quel cambiamento radicale del paese, possibile solo attraverso il riconoscimento di una presenza autorevole e riconosciuta delle donne  nei  luoghi istituzionali e in quelli privati (non solo quantitativo), il loro rispetto nella organizzazione del vivere quotidiano e  nella rappresentazione mediatica. In particolare il nostro documento indicava  gli obbiettivi immediati da perseguire:
-sulla precarietà:estensione del le tutele di retribuzione, di malattia, di maternità, di orario sul lavoro a tutte le figure di lavoro atipico;
 -sulla maternità: sviluppo del la conciliazione dei tempi di lavoro utilizzando i fondi recuperati dall’aumento dell’età pensionabile per le donne; estensione della tutela di maternità alla paternità, a carico della fiscalità generale  e non delle aziende
-sui messaggi mediatici e pubblicitari riguardanti il corpo e l’immagine della donna:organizzazione di  un osservatorio, di  campagne di denuncia (IAP), di  boicottaggio sui linguaggi offensivi o stereotipati squalificanti il genere femminile
Dalla vivacissima assemblea aperta di Siena abbiamo raccolto la consegna: allargare la rete, passare dal virtuale al reale, raccogliere e valorizzare in modo stabile e organizzato le competenze delle Donne sul proprio territorio locale, dando priorità all’ autonomia del movimento, all’inclusione ed alla trasversalità tra tutte le donne .

In effetti la rivoluzione comunicativa rappresentata dal web, da facebook  aveva  innescato un meccanismo partecipativo  ed informativo estesissimo; la formazione di una rete libera che aveva messo in contatto realtà diversissime fino a quel momento poco conosciute ed isolate, una pluralità di situazioni e di livelli di consapevolezza . Tuttavia non bastava  la rete né la forza della trasversalità per trasformare i bisogni  in coscienza politica collettiva e per avviare  la costruzione di un progetto di trasformazione del paese. La TRASVERSALITA’ necessaria ed utile nel momento dell’ aggregazione sui bisogni e sui diritti può  diventare un fattore frenante ed ambiguo quando si punta alla rifondazione della visione del mondo, volendo incidere sui valori dell’etica, sui meccanismi dell’organizzazione del lavoro, sulla vita.
Se è vero che la crisi del nostro paese e delle donne in particolare ha una paternità nel  modello  di potere economico e finanziario che ci governa   e nel  sistema di valori maschilisti  imposti autoritariamente, per invertire la rotta bisogna  che il movimento si trasformi in un soggetto politico consapevole degli OBBIETTIVI strategici necessari al cambiamento e delle ALLEANZE da costruire sul territorio   con quelle forze sociali e istituzionali impegnate in un condiviso progetto di vita.

A settembre ha preso corpo la  scelta di  coordinare meglio i  400 e più contatti via mail, e altrettanti su la nostra pagina FB, che avevamo tesaurizzato durante i nostri incontri di maggio, giugno e luglio in diversi luoghi della città, e di inviare report  periodici per informare e per condividere iniziative  del Movimento. Sono state inviate schede di adesione/partecipazione per  raccogliere competenze/capacità, interessi e proposte per attivare interventi territoriali condivisi.  
Il 6 settembre  si  è  decisa la partecipazione  allo sciopero indetto dalla CGIL contro la manovra del governo che condannava  il paese alla recessione economica ed al declino civile , ma con la specificità delle  nostre parole.
Si è programmato poi  un periodo  di approfondimento e di incontri centrato sulla CEDAW Convenzione per l’eliminazione delle discriminazioni  contro le donne e sull’intreccio tra le tematiche proprie di SNOQ e i suoi obbiettivi. Ci siamo dunque fatte   promotrici di un’ Assemblea  cittadina presso la Sala consiliare del Comune con l’eventoVerso un Paese per Donne. New York chiama: come risponde l’Italia ?  Presenti numerose giornaliste, rappresentanti di centri antiviolenza, assessore e consigliere/i del Comune, dirigenti delle ASL, di associazioni femminili storiche della città e di sindacati,  dopo le denunce  sollevate dal Rapporto Ombra a New York, abbiamo insieme rilevato le gravi ed estese condizioni discriminatorie vissute ancor più dalle donne al  sud,  in Campania, aggravate dall’ ultima  stangata del governo. Abbiamo individuato  gli ambiti nei quali costruire un’agenda politica delle donne da condividere con le realtà territoriali in movimento e con le istituzioni pubbliche sensibili, attivando laboratori sui temi Snoq strettamente legati ai temi discriminanti denunciati dalla CEDAW, suddividendo l’assemblea in 3 gruppi di lavoro su: Immagine delle donne nei media e nella pubblicità; welfare, lavoro  e beni comuni; rappresentanza e democrazia diretta .
A settembre  ci siamo ritrovate in piazza, donne delle istituzioni e dei movimenti per la manifestazione  “il Welfare non è un lusso “, contro  i tagli del governo al welfare ed ai finanziamenti sociali, quale presupposto per la liberazione delle donne dagli oneri familiari non retribuiti.

Con lo spirito di scrivere un’agenda politica di genere condivisa con le donne incontrate  abbiamo partecipato all’incontro nazionale  romano di SNOQ del 2 ottobre, ritenendo di interpretare  e riportare una modalità plurale e condivisa  di costruzione dal basso   del nostro Comitato a Napoli. Ci sembrava corretto richiedere un’iniziativa nazionale di SNOQ contro la politica economico-sociale del governo;di aderire alla manifestazione   del 15 ottobre, dove si sarebbe radunato  un  vastissimo e variegato  movimento  intergenerazionale, composto da donne e uomini diversi, espressioni di specificità  religiose, sindacali, istituzionali, civiche, autonome, convergente  nell’opposizione alla PRECARIETA .  ESSERCI con le nostre specificità e la nostra “differenza” all’interno di una pluralità di soggetti, ci sembrava legittimasse la svolta democratica agognata, verso un paese  a misura delle componenti sociali escluse o emarginate, delle donne  e dei giovani in particolare.

La scelta della non adesione da parte del CP alla vigilia del 15 e giustificata dalla necessità di salvaguardare l’autonomia e l’identità di SNOQ, ci ha trovate in disaccordo. Si è aperto tra di noi e con il CP di Roma un dissenso su metodi decisionali  e sulle opportunità politiche, sulle pratiche del consenso e sul rispetto delle differenze. Un dibattito che  si è riacceso quando ci è stato comunicata  la decisione di una manifestazione nazionale il l’11 dicembre, in una fase di incertezza istituzionale e politica, che rendeva ancora non chiaro se una discontinuità si potesse realizzare nei confronti del governo uscente, non secondariamente, in quale direzione il nuovo esecutivo andasse a definire  le soluzioni economiche contro la crisi finanziaria.
 Nella indiscutibile autorevolezza ed attendibilità formale, le nuove  figure dei tecnocrati si presentavano da subito come   l’espressione diretta della filosofia dei mercati, delle manovre finanziarie e bancarie  fondate sull’aumento iniquo degli oneri fiscali, sulla riduzione dei margini di democrazia, sulla privatizzazione dei beni comuni.

 Al di là dei dissensi abbiamo comunque organizzato un pullman e  abbiamo partecipato  a Piazza del Popolo  alla manifestazione”MAI PIU CONTRO DI NOI, MAI PIU SENZA DI NOI” per testimoniare la nostra presenza accanto alle altre, per ribadire il nostro no al pagamento punitivo di debiti mai contratti, no ad un prolungamento dei tempi di pensione senza sconti, no  ai  tagli al welfare, no alla discriminazione sul mercato del lavoro, no alla flessibilità come anticamera della precarietà, no all’esclusione dai ruoli politici e istituzionali dirigenziali delle donne.                                      
Con questi contenuti  abbiamo organizzato subito dopo  l’assemblea cittadina  del 13  dicembre alla “Città del Sole”, per riportare i temi di Roma  e lì  in un interessante  confronto con donne di scienza e intellettuali, artiste, associazioni, istituzioni, movimenti di singole e di organizzazioni femminili  abbiamo raccolto proposte e occasioni di collaborazione che hanno rinforzato la partecipazione a tematiche comuni.

Molti di questi momenti sono stati accompagnati da documenti, video, foto; alcuni sono su Facebook altri sono conservati nella galleria-snoq-napoli. Man mano che aumentava la mailing list sono state  inviate mail di informazione/invito e sono stati mantenuti vivi via mail vari contatti/rapporti.
Successivamente è stata aperta  su Fb  la pagina ufficiale del Comitato Snoq napoli  e e poi ancora il  nostro BLOG SNOQNAPOLI in rete con tanti Comitati territoriali e reti di donne in rete.

Negli incontri con le nuove amiche di cammino,  emergeva sempre più  forte il messaggio di  bisogno di  discontinuità rispetto alle politiche dei partiti e  di disponi-bilità alla partecipazione  attiva  con una modalità virata  verso la concretezza  degli interventi sul territorio e l’espansione del Movimento.

Un ampio e significativo consenso abbiamo raccolto durante la preparazione della giornata  internazionale contro la Violenza alle donne, il 25 novembre, che ci ha visto protagoniste  di svariate attività in città :
 nelle scuole, dove  si è iniziato un percorso di informazione/sensibilizzazione sul tema della violenza di genere  incontrando le ragazze e i ragazzi del Liceo Vico per  una mattinata con video, letture, interventi, discussione; sul territorio, davanti alla Galleria Umberto,  dove si è effettuato  un FLASH MOB con le ragazze del Liceo Villari  estremamente partecipato; all’interno della sede municipale  dove il Consiglio comunale  aveva indetto una assemblea  monotematica sulla violenza alle donne; infine nella sede di Evaluna dove era stata montata la  Mostra fotografica sul Movimento Snoq della fotografa del ns Comitato  Eliana Esposito. 
Successivamente il 26 gennaio, quando ci siamo  ancora ritrovate  in piazza per manifestare con tutta Italia nello stesso momento con “ Mille e mille fiaccole per Stefania ed Enza  il nostro Basta! all’assassinio delle donne! Il nostro No! ad una VIOLENZA che non ha colore, né passaporto, non è una emergenzama la radicalizzazione di un conflitto in un contesto di crisi delle relazioni economiche, di frattura dei sistemi di regolazione sociale e dei patti generazionali che rendono intollerabili l’autonomia e la libertà della donna .E’ questo un terreno sul quale andava e  va urgentemente coltivata un’iniziativa oltre che repressiva, preventiva,  formativa e culturale permanente, rivolta verso le donne e ancor più verso gli uomini .Hanno aderito alla nostra iniziativa SNOQ Napoli, il Comitato Se Non Ora Quando Castellamare di Stabia, l'associazione Filomena-la Rete delle Donne, l'Ass.ne  Le Kassandre, l' U.D.I Napoli, S.E.L. Campania, l'Ass.ne Maschile Plurale-Napoli, Arcilesbica Napoli, l'Ass.ne TerradiLei-shg.

Dopo la pausa natalizia per  riprendere l’ attività  del Comitato e dei gruppi di lavoro, abbiamo organizzato  a metà gennaio un’Assemblea aperta SNOQ Napoli per allargare il Coordinamento ad altre compagne di cammino, per  chiarire e definire modalità e  tempi  di lavoro,  per puntualizzare le scadenze vicine ed intermedie per darci delle regole funzionali ad una struttura elastica, democratica, accogliente ed insieme autorevole ed efficiente.
Il primo impegno pubblico nel nuovo anno è stato caratterizzato dalla nostra  partecipazione  al “ Forum dei Comuni per i   Beni Comuni “ organizzato a Napoli dal nostro sindaco; abbiamo costituito due gruppi di lavoro condividendo la finalità dell’ appello di De Magistris  alla società civile, alle istituzioni ed ai movimenti  “per partecipare  attivamente all’elaborazione  ed allo sviluppo di un modello economico e sociale a misura delle persone, a difesa dei Beni Comuni, alternativo alla ricetta liberista imposta all’Europa dai mercati e dalle banche”. Siamo intervenute al tavolo dei Beni Comuni, a quello delle politiche del Welfare su diritti, lavoro e integrazione  migranti,  a quello per l’Ambiente e nuovi Modelli urbani.   Abbiamo avvertito la valenza della identità nella solidarietà e nella collaborazione insita  nella difesa comune dei beni che devono restare pubblici, evidenziando  il ruolo essenziale delle donne per uscire dalla crisi  e realizzare  una piena democrazia nel paese, riconoscendone  e rivalutandone  saperi, competenze, capacità  e creatività  nell’ambito produttivo, riproduttivo, familiare, culturale e di comunità.
L’iscrizione al successivo “Forum Comunale dei Diritti e delle Pari Opportunità per tutti” del Comitato SNOQ Napoli  ha  raccolto la partecipazione  di oltre 170 concittadine/i.
I gruppi di lavoro sulla “Immagine e rappresentazione della donna” e sulla “Rappresentanza” riprendevano ad incontrarsi, producendo elaborazioni ed iniziative organizzative, con il contributo di nuove aderenti
Il 23 febbraio abbiamo partecipato alla giornata nazionale di manifestazione sotto le prefetture contro le “dimissioni in bianco”
In occasione dell’ 8 marzo, nella sede Municipale di Napoli, abbiamo lanciato un Bando di Concorso  per gli istituti di diverso grado della città su “La pubblicità ed il corpo-oggetto: un altro modo esiste”, con il patrocinio degli assessorati del Comune di Napoli alla Scuola ed alle Pari Opportunità e della Consulta delle Elette, per rappresentare simbolicamente la lotta di liberazione della donna da ogni tipo di violenza, in particolare dagli stereotipi sessisti imposti dalla pubblicità dominante , fortemente determinanti il propagarsi della cultura della violenza .
 Questa iniziativa rientra nel  nostro progetto di mantenere il massimo di attenzione sulla violenza alle donne non come questione “femminile” ma come problema  relazionale uomo/donna  che  passa attraverso istituzioni, saperi, linguaggi, norme morali, mezzi di comunicazione  visivi, testi scolastici, pubblicità.
La partecipazione all’evento del Sindaco, dei rappresentanti istituzionali, di consigliere/i, di docenti di vari livelli, di allieve/i, di giornaliste/i, di associazioni di genitori e la presenza di Francesca Izzo, membro del CP nazionale di SNOQ,   testimonia  l’interesse per la tematica proposta e  la convinzione della validità culturale ed innovatrice dell’intervento .   
Un percorso educativo e didattico in corso in questi giorni con i docenti e gli allievi degli istituti che si sono iscritti - 19 tra scuole elementari, medie, superiori,  Università Federico II, Suor Orsola Benincasa, l’Accademia delle Belle arti-  si concluderà a fine maggio con la premiazione dei   migliori, l’esposizione pubblica di tutti i lavori prodotti, un incontro-dibattito con esperti della comunicazione delle  immagini.
Il 18 Marzo a Roma abbiamo partecipato con un nostro intervento all’incontro nazionale dei Comitati  SNOQ con lo scopo di consolidare il rapporto  con gli altri comitati con cui eravamo in rete via web e di evidenziare la necessità di una condivisione dei processi decisionali, per elaborare, col contributo delle istanze territoriali la piattaforma nazionale.
Intanto il gruppo di lavoro sulla Rappresentanza, si è cimentato sui temi  della partecipazione democratica  delle donne alla politica attiva, della trasparenza, della  presenza necessaria delle donne nelle sedi elettive (50%) con la forza ed il fardello della cultura della differenza, consegnando al convegno nazionale di Milano il contributo alle sperimentazioni  di democrazia partecipata in corso a Napoli, in sintonia con momenti di convergenza  con le rappresentanti istituzionali della municipalità , con le quali si è aperto un canale di collaborazione . Da sottolineare i contatti con le assessore del comune tutte impegnate per la rappresentanza ed  il riequilibrio di genere, con la consigliera alle Pari opportunità della Provincia di Napoli sul tema specifico della   “RAPPRESENTANZA” anche in vista di alcune importanti tornate elettorali in comuni di rilevanza  sul territorio Campano.
Abbiamo voluto disegnare  la nostra identità costruita faticosamente ma con entusiasmo  in questo lungo anno  a Napoli, volendo così interpretare  e condividere  disegni  e  strategie presenti negli altri Comitati e nel Gruppo Promotore Romano .
La diversità è una ricchezza, è vero! Tuttavia  ribadiamo quanto sostenuto nell’incontro romano del 18 marzo:è necessario condividere i processi decisionali e raccogliere le istanze territoriali  se si vuole elaborare una piattaforma ed  una linea  comune. E’ solo con una democrazia partecipata che si rafforza il senso di appartenenza ed il vantaggio collettivo di un Bene Comune:e per noi SNOQ è un Bene Comune


(fra un po' inseriremo i link e le foto)

























venerdì 20 aprile 2012

Le italiane e la politica: un rapporto difficile. Parla Francesca Zajczyk

Le italiane e la politica: un rapporto difficile. Parla Francesca Zajczyk

Le amministrative del 2011 hanno aumentato la presenza femminile nelle stanze del potere, ma nel complesso il rapporto fra le italiane e la politica rimane ancora difficile.  A questo tema, Assunta Sarlo, giornalista e collaboratrice di Elle, impegnata da sempre nelle lotte sostenute dalle donne, e Francesca Zajczyk, docente di Sociologia urbana e delegata del Sindaco alle Pari Opportunità a Milano, hanno dedicato un saggio. Il titolo è significativo: “Dove batte il cuore delle donne? Voto e partecipazione politica in Italia” (Laterza, € 12). È un’agile ricostruzione di quanto è successo in Italia dal secondo dopoguerra a oggi. Elle.it ha intervistato una delle autrici, Francesca Zajczyk.
-In Italia siamo arrivate al voto delle donne più tardi di altri Paesi. Lei e Sarlo lo definite una sorta di "non evento", una "cittadinanza incompiuta": cosa intendete?
All'origine del voto alle italiane, che viene concesso per volere dei due grandi partiti di allora Dc e Pci e come “risarcimento” per l'apporto femminile alla Resistenza, c'è un'omissione. Nel 1945 le donne ottengono il diritto di eleggere, ma non quello di essere elette, “errore” che verrà riparato un anno dopo. La loro condizione giuridica – per quanto riguarda le altre sfere della vita, a cominciare da quella familiare – resta ancora “minore” rispetto a quella maschile. Sulle prime parlamentari pesa l'equivoco che rappresentino solo le donne. Le italiane, segnate esse stesse da una cultura che le àncora profondamente ai ruoli domestici, entrano a fatica nella sfera pubblica e questo ingresso è accompagnato da molte resistenze maschili. Che tuttora non cessano e fanno da sbarramento.
-Cosa ha rappresentato il '68 nel complesso rapporto con la politica per le donne italiane?
È insieme il momento in cui la rappresentanza femminile in Parlamento ha toccato il suo minimo storico, ma anche il tempo in cui comincia a modificarsi l'atteggiamento elettorale delle italiane: prima più conservatrici degli uomini, per il peso della cultura cattolica, in quegli anni si spostano più velocemente verso sinistra riducendo il gap. La generazione di donne che si è socializzata nel '68 ed è nata alla politica con i movimenti degli anni '70 e con il femminismo resta ancora oggi prevalentemente progressista.
-Gli anni '70 sono sinonimo di femminismo, rivendicazioni... Come cambia lo scenario e il comportamento delle donne negli anni '80 e '90?
Si affaccia, sul finire degli anni '70, il fenomeno che tuttora rappresenta il grande problema delle democrazie occidentali: l'astensionismo. Le donne italiane si allontanano dal voto più precocemente degli uomini: una caratteristica che tuttora definisce il loro comportamento elettorale e che è tema di assoluta attualità rispetto alle prossime scadenze di voto. Gli anni '90 sono indubbiamente segnati dall'ascesa di Silvio Berlusconi: al rapporto specifico con le donne e alle motivazioni del forte sostegno che, soprattutto dalle casalinghe e dalle donne più anziane e teledipendenti, ha ricevuto è dedicato un capitolo del libro.
-Veniamo all'oggi: voi parlate di "involontaria ritirata", di spreco di talenti e desideri femminili. Chiusa l'era delle veline e dei sexygate, come possono le italiane ritornare nell'arena politica e professionale in questo Paese in profonda crisi, che continua a escluderle? Può tornare a battere il cuore delle donne?
Nel panorama di generale resistenza al cambiamento e nel convulso passaggio politico che viviamo, emerge qualche elemento che ci fa, con cautela, propendere per una rinnovata disponibilità delle italiane a mettersi in gioco in politica. Un nuovo modello partecipativo si è fatto avanti a partire dalle elezioni amministrative dello scorso anno che hanno dato vita in 5 grandi città a giunte paritarie: il livello locale sembra essere più attraente per le donne. I cambiamenti femminili poi sono più veloci: vale per l'istruzione, ma anche per la partecipazione alla politica in tutte le sue istanze. I nostri dati dicono che le donne più giovani, contrariamente ai coetanei, sono meno estranee alla politica, oltre a mostrare un orientamento più progressista. Molto dipenderà dalla spinta femminile e dalla capacità degli attori politici di emendare il monopolio maschile e sposare un orizzonte di pari opportunità. La riforma della legge elettorale sarà un primo, importante banco di prova.

giovedì 19 aprile 2012

8 Marzo " la Pubblicità e il corpo-oggetto: un altro modo esiste"

Concorso per le Scuole medie, gli Istituti superiori e
 le Università
nell’ambito della campagna di sensibilizzazione sul territorio cittadino
 “Un linguaggio diverso per una pubblicità diversa”
 condotta dal Comitato e dalla Rete SNOQ Napoli sul tema della
 “Immagine e Rappresentazione della Donna”,
 rivolto alla pubblicità lesiva della dignità umana e dell’immagine delle donne,
degli uomini e dei bambini

con il patrocinio degli  Assessorati Istruzione, Pari  Opportunità e la Consulta  delle Elette del Comune di Napoli si rivolge a studentesse e studenti di vario grado. Ha come oggetto la produzione di un manifesto che raffiguri il corpo della donna, dell’uomo e dei bambini utilizzando uno sguardo creativo, ironico e fantasioso, lontano dagli stereotipi imposti dalla pubblicità dominante

Politica: sostantivo femminile

"Politica: sostantivo femminile?" era il titolo dell'assemblea nazionale Snoq appena organizzata a Milano; ma il punto di domanda abbiamo deciso di toglierlo. Da tutti i comitati Snoq, e da tutto l'attivismo femminile in genere, sale una decisa volontà di protagonismo politico delle donne, sostenuta dalla certezza che solo dall'equilibrato apporto di entrambi i sessi potrà arrivare quel cambiamento di cui abbiamo tutti tanto bisogno. 
Due le indicazioni che ci sembra risuonino forte in tutte le proposte politiche fatte dalle donne all'iniziativa di Milano:
1. piena equità di genere, con candidature 50 e 50 ovunque
2. piena trasparenza, con la pubblicazione dei curricula di tutti i candidati prescelti, e criteri di candidatura strettamente legati al merito, contro clientelismi e corruzione.
Nessuno meglio di noi sa quanto tutto questo sia necessario e urgente: e allora in vista della battaglia che ci aspetta diamoci da fare, con fiducia e ancora di più. 
Qui trovate tutti i documenti della giornata. 
Ma qui, fra tutti gli interventi, vi proponiamo quelli portati dalla rete Snoq Toscana che (oltre che per le proposte), ci sembrano interessanti anche per l'esperienza specifica che hanno condiviso, e per il metodo di lavoro.